Loro di certo non hanno perso. Circa 700 tifosi del Messina, colorati e rumorosi, hanno popolato il settore ospiti dello stadio "Guariglia" di Agropoli per l'andata dei playout contro la Gelbison. Con treni, auto e pullman, sin dalle prime ore della mattina, hanno raggiunto il centro campano. Un esodo bello, partecipato, con tante famiglie e gli immancabili gruppi organizzati. Una buona fetta di sostenitori provenienti dal centro-nord del Paese hanno dovuto rinunciare, fermati dai gravi problemi che hanno colpito la linea ferroviaria nazionale ieri: avrebbero voluto esserci, ma non ci sono riusciti. Presente, invece, una delegazione della tifoseria avellinese, storicamente amica di quella giallorossa, che ha tifato al fianco dei peloritani.
L'Acr ha perso male, praticamente senza provare a vincere. Tutti i supporters partiti per questa trasferta si aspettavano altro e inevitabilmente hanno maturato rabbia dentro a fine gara, ma non è il momento di arrendersi. Né tantomeno di addossare colpe (che ci sono), perché in questo momento si rischia di mandare la squadra all'inferno prima del tempo. Prima dell'ultima chiamata, quella che non si può davvero più sbagliare. Sanno che nella settimana che comincerà domani, bisogna solo pensare a vincere la partita di ritorno, che vale una stagione. Perché, visto che chi scende in campo, chi guida il gruppo, chi gestisce il club, da solo pare non farcela, tocca a chi sta fuori fare ancora di più e spingere l'intero ambiente.
La gente che ha fatto tappa ad Agropoli, di certo merita di restare in Serie C. Ed è pronta a fare la differenza sabato prossimo al "Franco Scoglio", ma ci vorrà tutto un altro Messina. Questo è bene chiarirlo sin da adesso.
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