Non chiamatela break dance: la breaking, sport (ma sarebbe meglio definirla arte metropolitana) che debutterà alle Olimpiadi di Parigi 2024, è diverso da tutte le altre discipline. Perché non è solo sforzo fisico e confronto tra atleti, ma è un vero modo di esprimersi a suon di musica. In Italia ha il volto di Alessandra Chillemi, in arte "Alessandrina": la 23enne b-girl (così si chiamano le atlete della breaking) è attualmente nona nel ranking mondiale, e punta a entrare tra le 16 ragazze per Parigi. Ne è passato di tempo da quando muoveva i primi passi nella breaking a Messina: «Avevo 6 anni, prima facevo danza classica ma non era cosa per me - racconta Chillemi - Abitavo in una base militare perché mio padre lavorava in Marina, ed essendo un ambiente protetto potevo girare liberamente». Fu così che Alessandra vide due ragazzi più grandi di lei, vicini di casa, che ballavano in maniera strana e ne rimase affascinata, tanto da iniziare a spiare e imitare le loro mosse. «Ero timidissima e non osavo avvicinarmi - sorride - La cosa divertente è che anni dopo ritrovai questi due ragazzi, Giorgio Pinizzotto e Davide Costa, nella mia crew». Questo termine indica un gruppo di allenamento comune, che gli artisti svolgono solitamente per strada: «Mio padre, che è sempre stato un mio punto di riferimento, mi iniziò a portare alla stazione marittima di Messina dove poteva ballare con altri ragazzi». Da lì il nome Marittima Funk Crew, il nome che unisce Chillemi ed i suoi amici: «La strada è stata la mia palestra. La breaking fa parte di una cultura più grande, quella dell’hip hop, che alla base ha la condivisione». Anche quando dopo essersi sfidati 'in battlè, due breaker infatti si danno consigli a vicenda per crescere e migliorare: «Ci aiutiamo tra noi, è un ambiente veramente sano». L’ingresso della breaking alle Olimpiadi è stato un grande cambiamento per gli stessi ballerini, che si considerano sportivi, ma prima ancora artisti: «I cinque cerchi sono una bellissima opportunità per comunicare al mondo chi siamo e quello che facciamo. Ogni passo da adesso è storia», continua la ragazza siciliana, la quale segue un allenamento che farebbe ricredere i detrattori del suo sport: «Mi alleno sei giorni a settimana. La mattina faccio potenziamento fisico, quindi workout, lavoro aerobico, resistenza e tanto corpo libero. il pomeriggio mi alleno in breaking». Questo vuol dire simulare una gara, oppure lavorare sulla musicalità e l’interpretazione dei brani, aspetto fondamentale di una disciplina che si basa sulla musica: «Infatti dobbiamo ascoltarne tantissima, è allenamento anche quello - ride Alessandra - Io adoro James Brown, ma sento anche tantissimo jazz. In questo periodo ascolto Bob James». Dopo aver preso la laurea triennale in Economia alla Statale di Milano, lo scorso settembre si è trasferita a Padova, dove si allena alla Stand Up Hip Hop School con il coach della Nazionale Giuseppe Di Mauro (in arte Kacyo). «Faccio parte del programma studenti-atleti, per cui mi divido tra Padova e Milano (ha iniziato la Magistrale in Scienze Economiche alla Bicocca, ndr)». La sua non è una vita universitaria qualunque: dal Giappone alla Corea, passando per il Brasile (dove andrà il 12 aprile per una tappa delle qualifiche olimpiche), Alessandrina gira il mondo per esportare la sua energia sul palco. «Se penso a Parigi, mi pare un sogno: io di sport ne ho fatti tantissimi, dalla scherma all’equitazione, sono stata arbitro di calcio e ho preso il brevetto per lo scuba diving, ma non mi sarei mai immaginata di arrivare alle Olimpiadi col breaking!».