La prima volta nel 1930
Il Giro apre le sue pagine di storia alla Sicilia soltanto nel 1930. L’edizione numero 18 del Giro parte proprio da Messina, con arrivo di tappa a Catania, prima della Catania-Palermo e della Palermo-Messina, vinta da Luigi Marchisio, che conquistò la maglia rosa e la portò da Messina a Milano. Il Giro torna in Sicilia quasi vent’anni dopo, nel 1949, con la Palermo-Catania e la prima Catania-Messina della storia rosa, tappa vinta da Sergio Maggini; ma per la prima volta Messina poté ammirare nella carovana rosa un ciclista messinese, l’indimenticato Giovannino Corrieri.
Nel 1954 il Giro parte ancora dalla Sicilia, con la cronometro a squadre di Palermo e la Palermo-Taormina, mentre nel 1961 (unico precedente con la contestuale presenza di Sardegna e Sicilia nel percorso) fu la volta della Marsala-Palermo e della Palermo-Milazzo. Nel 1965 furono ben quattro le tappe siciliane: Messina-Palermo, Palermo-Agrigento, Agrigento-Siracusa e la cronometro Catania-Taormina, che vide il successo di Vittorio Adorni, da quel giorno in rosa fino all’ultima tappa.
Anni '60 e '70
L’Etna fa la sua affascinante comparsa come arrivo di tappa nel 1967, dopo la cronometro di Palermo; sul vulcano, con partenza da Catania, si impone Franco Bitossi, nel primo Giro targato Felice Gimondi.
Unica tappa siciliana, nel 1972, con Messina grande protagonista, sede di partenza e arrivo di tappa, sempre a piazza Municipio; sul circuito dei Peloritani (110 km), percorso per tre volte fino ai Colli San Rizzo, si impone il belga Van Vlierberghe, con Eddy Merckx in rosa.
Quattro anni dopo, ritorno in grande stile del Giro in Sicilia, con partenza da Catania e ben quattro frazioni attraverso l’isola. Dopo il crono-prologo di Catania e la semi-tappa da Catania a Siracusa nello stesso giorno, la corsa tocca per la prima volta Caltanissetta, sede di arrivo (da Siracusa) e di partenza verso Palermo. Gran finale da Cefalù a Messina, e regale vittoria allo sprint di Francesco Moser su Roger De Vlaeminck.
Anni '80
Un tris caratterizza l’edizione del 1982: Taormina-Agrigento, Agrigento-Palermo e ancora Cefalù-Messina di 197 km, con successo allo sprint dello svizzero Urs Freuler, davanti a Bontempi e Moser. Il Giro d’Italia 1986 parte ancora dalla Sicilia, con il cronoprologo di Palermo, la Palermo-Sciacca, la Sciacca-Catania e la crono-squadre Catania-Taormina, con vittoria della Del Tongo-Colnago di Beppe Saronni.
Messina torna protagonista nel 1989, in un Giro che parte ancora dalla Sicilia. Dopo Taormina-Catania e Catania-Etna, il 23 maggio si corre la cronosquadre da Villafranca a Messina: 32,5 km lungo la litoranea, da Ortoliuzzo a Rodia, a Spartà, fino al traguardo di Ganzirri, con successo dell’Ariostea davanti alla Malvor di Silvano Contini, nuova maglia rosa.
Anni '90
Nel 1993 è ancora Villafranca-Messina, stavolta in linea, tappa di 130 km, con il circuito dei Peloritani in vetrina: vittoria dello specialista Guido Bontempi allo sprint davanti a Baffi e Bugno. Seguono la Capo d’Orlando-Agrigento e la Agrigento-Palermo. Sono gli anni di due messinesi protagonisti, anche se non in bici: Nuccio Arcuraci, giudice di moto, e Salvatore Princiotta, pilota dell’elicottero per le riprese tv.
Nel 1999 il Giro scatta nuovamente dall’isola: la Agrigento-Modica e la Noto-Catania precedono la Catania-Messina del 17 maggio; dopo il Gpm di Portella Mandrazzi e l’intergiro di Villafranca, epilogo in volata lungo la Cortina del porto, con trionfo olandese di Jeroen Blijlevens, che batte Svorada e Strazzer e sfila la maglia di leader a Cipollini, dolorante dopo una maxicaduta.
Anni 2000
Unico appuntamento siciliano nel 2003 è la Messina-Catania di 176 km; piazza Duomo si riempie per la partenza della quinta tappa, che, dopo aver attraversato la provincia, da Villafranca a Milazzo, vedrà il successo allo sprint di Alessandro Petacchi sul campione mondiale Cipollini.
Nel 2008, invece, il Giro parte da Palermo, con una cronosquadre; a seguire la Cefalù-Agrigento e la Catania-Milazzo (vinta da Daniele Bennati) che attraversa Messina. Ma la giornata sarà anche ricordata per le due rovinose cadute in gruppo e per il debutto del talento Vincenzo Nibali sulle strade di casa. Lo “Squalo” prova anche l’assolo vincente a Milazzo, involandosi per un paio di chilometri prima di essere ripreso.
Nel 2011, unica tappa siciliana, la nona, Messina-Etna, di 169 km. Si parte da piazza Municipio, con arrivo al Rifugio Sapienza, dove Alberto Contador nel finale stacca tutti, battendo Rujano, Garzelli e Nibali. La squalifica per doping dello spagnolo cancellò, in seguito, tutte le sue vittorie di quel Giro. Ma questa è un’altra storia.
Nel 2017 il colombiano Gaviria con il suo sprint imperioso in via Garibaldi bissa il successo di Cagliari, ma l’ovazione è stata tutta per Vincenzo Nibali, il “figlio” di Messina. Una passione travolgente per il suo ritorno a casa che ha lasciato lo “Squalo” dello Stretto senza fiato, con gli occhi lucidi a fine tappa per godersi il tributo della sua gente. Un fuori programma, non previsto dal rigido cerimoniale del Giro d’Italia, con Nibali chiamato sul palco dal sindaco Accorinti e osannato come un dio greco forgiato dal fuoco della passione dei suoi tifosi. Poco dopo il bacio con mamma e papà.
Nel 2020, in piena pandemia, il Giro passa dalla provincia in ottobre. La Catania-Villafranca, 140 Km, viene vinta da Démare in volata
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