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Giro d'Italia a Messina, quella maxi caduta a Giammoro nel 1999

Tra gli episodi curiosi che hanno caratterizzato le varie tappe in cui i Giro d'Italia è transitato dalla strade di Messina e provincia, ricordiamo anche la maxi caduto a Giammoro nell'edizione del 1999. Era il 18 maggio quando i ciclisti stavano percorrendo la SS 113. Dalla Gazzetta del Sud del giorno dopo estrapoliamo il commento a questo episodio scritto dall'indimenticato Gaetano Cacciola, per anni capo della redazione sportiva del nostro giornale,  grande esperto e appassionato di ciclismo.

 

Maxi caduta, maxi tamponamento e nuova maglia rosa. Decisamente la monotonia non è di casa al Giro d'Italia. A Messina, quando la platea si attendeva una nuova vittoria di Cipollini, l'ha spuntata l'olandese Blijlevens che tentava da due giorni e che finalmente ha trovato il corridoio giusto per prendere d'infilata tutti gli altri.

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Il fattaccio della giornata è avvenuto a Giammoro, quando tutti cercava-no di portarsi avanti, presi dalla frenesia dello sprint, quasi che il tra-guardo fosse dietro l'angolo. Purtroppo quando il gruppone vuole mettersi tutto in prima fila ed il paese non si può allargare, succede che due spagnoli si agganciano coi pedali e tirano per terra metà del plotone. C'è chi si alza subito, c'è chi resta stecchito e deve aspettare che lo aiutino, c'è chi deve star fermo per qualche minuto per assorbire il dolore prima di rimettersi nuovamente in sella. Quella trentina di borracce rimaste per terra quando anche l'ultimo caduto se ne va, segna il luogo dove Cipollini ha lasciato le speranze di vincere la sua seconda tappa di questo Giro. La maglia rosa è rimasta distesa sull'asfalto per parecchio tempo dopo aver battuto la schiena, poi lentamente il Re Leone è salito in sella per raggiungere il gruppo. Più che il vento che ha imperversa-to per tutta la giornata è stata la caduta che ha dato la svolta alla gara. Perché le forti folate erano bloccate da due filari di case e la frenesia di Eolo non c'entra neppure col maxi tamponamento tra le ammiraglie. La prima frena, la seconda le arriva addosso e la terza sulla seconda e così di seguito. Anche qui, per fortuna, niente di grave: qualche ammaccatura ai cofani anteriori e ai paraurti posteriori. Nessuno si aspettava che a Messina le note di cronaca della tappa dovessero riguardare investimenti e cadute. Niente su Portella Mandrazzi. Il punto sulla tappa riguarda il lavoro del prof. Tredici per medicare le abrasioni. Persino la vittoria di Blijlevens in queste condizioni diventa un fatto scontato dato che Cipollini dopo aver radunato la sua corte in vista dell'arrivo l'ha poi dispensata dalla tirata per-ché non se la sentiva di fare la volata. Messina ha visto passare il Giro con un pizzico di delusione. I tanti appassionati che si erano portati prima a Portella Mandrazzi per vedere qualcosa, hanno storto il muso. Niente di niente. Delusione anche all'arrivo dopo la corsa in autostrada: volevano almeno lo sprint vincente di Supermario e anche di fronte al porto sono rimasti con gli occhi pieni e le mani vuote. Finisce con un resoconto di cronaca nera il trittico siciliano. Il Giro ricomincia oggi da Vibo Valentia alle Terme Luigiane. Dovrebbe esserci un finale scoppiettante. Come dire che, fatta la conta dei danni, almeno gli uomini di seconda fascia dovrebbero al-lungare il collo verso le Terme. Fino a Messina possiamo dire che Pantani c'è e quando fiuta pericolo si mette in te-sta, al riparo dalla sua squadra. i suoi avversari per la maglia rosa neppure questo hanno fatto. Nessuno vuole scoprire le carte. Ma per vedere la prima briscola non bisogna aspettare molto tempo.

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