Chi vince ha ragione, a chi perde restano i rimpianti. L'Acr Messina fa sua la stracittadina con un gol di Aliperta su punizione, che esulta mentre la barriera avversaria colpevolmente si apre. Poi la capolista potrebbe fare bis dal dischetto, ma l'arbitro Mirabella di Napoli non assegna un rigore evidente per un tocco di mano in area di Ricossa. Per 20-25 minuti la squadra di Novelli fa quello che sa fare, poi quando l'Fc alza il livello dell'aggressività per raggiungere il pari, Foggia e compagni preferiscono il sacrificio e la maturità per portare a casa un risultato più che prezioso. Tutti alla vigilia si erano affrettati a definirla una “semplice” gara da tre punti, ma non lo era. Non lo era per la classifica, perché un eventuale ko avrebbe aperto la strada al sorpasso del Football Club. E forse anche il pari sarebbe stato più utile agli uomini di Costantino, non ancora fuori dei giochi ma che dovranno adesso subito assimilare, cancellare la sconfitta e ripartire dalla prossima gara casalinga con il Rende. L'Fc ci ha provato ma ha sprecato tanto e quando sembrava potesse essere il momento dell'aggancio, i legni prima su Lodi e poi su Domenico Marchetti gli hanno sbarrato la strada. Non era una gara da tre punti anche per tutto il "contorno", per l'attesa, il prima e il dopo. Perché ogni partita, specie quelle d'alta quota, qualcosa la dicono sempre. Come risultato e non solo, vedi festeggiamenti successivi. Questa non fa eccezione. Quasi una vendetta guardando all'andata, quando l'Acr dominò e l'Fc vinse con un rigore contestato segnato da Caballero, il meno brillante ieri sull'altra sponda: «In quella gara giocammo diversamente, qualcuno faceva battutine dicendo che nel calcio non serve giocare bene ma fare punti - commenta secco il tecnico dell'Acr, Raffaele Novelli -. Io continuo a dire che serve il carattere ma bisogna giocare a calcio. A volte il campo non te lo permette quindi devi cercare altre strade per incidere. Messaggio al campionato? Il messaggio dobbiamo darlo a noi stessi, migliorando alcuni aspetti per crescere ancora e arrivare in fondo. Non voglio sminuire la prestazione avversaria, hanno fatto una bella partita ma noi dobbiamo solo guardarci dentro e correggere i difetti. Conosco come lavoriamo in settimana ma serve umiltà e non calare la tensione. Assieme, i ragazzi e lo staff». Insomma, è stata una vittoria diversa rispetto ai metodi che l'Acr utilizza solitamente, ma la fisionomia e all'approccio non cambiano, non cambieranno. Ora il divario tra le due squadre è di cinque punti. «Io dico che potrebbero essere due - sottolinea il trainer dell'Fc, Massimo Costantino, ricordando il rinvio che prima o poi dovrà disputarsi con il Roccella -. Andiamo avanti, pensiamo al prossimo avversario e poi tireremmo le somme. Comunque ha vinto Messina che ha fatto vedere un bel calcio. Tanti gol sprecati? È la verità, non ci possiamo nascondere, abbiamo sbagliato sotto porta in alcune circostanze è stato bravo il portiere loro, in altre meno bravi noi, però anche i pali, siamo consapevoli di uscire sconfitti ma a testa alta contro la capolista. Commentare questa partita è davvero difficile». Nessun dramma, almeno apparentemente. Il terreno di gioco ha senza dubbio influenzato l'espressività qualitativa della sfida, indirizzandola verso altri "campi". Migliore in assoluto l'estremo difensore dell'Acr Caruso, autore di alcuni interventi super e rendimento in costante crescita: un solo gol subito nelle ultime sei partite. Ma prestazione di altissimo livello anche quella di Lomasto, fisico da rugbista e mentalità da lottatore: il tipo di partita adattissima alle sue qualità. Aliperta la decide, ma è pure stratega nella “lettura” del match, nel posizionamento e nel piazzamento puntuale specie in fase di copertura, al pari dei compagni di reparto Vacca e Cristiani. Sull'altra sponda, spicca su tutti Domenico Marchetti, mentre Coria, per il quale Costantino ha rinunciato a Palma e Casella pur di averlo in campo, ha provato ad accendere i suoi soprattutto nel secondo tempo. Ma Caballero, decisivo in positivo all'andata, stavolta ha gettato alle ortiche cinque palle ghiotte. «Per me resta l'attaccante più forte del girone», ha ribadito convinto Costantino per rincuorare l'argentino. Foto Papandrea