Bellezza stordente e brutture inenarrabili. Mezzi al lavoro per ripulire il litorale e spiagge invase da vecchie barche abbandonate e da montagne di rifiuti sparsi un po’ dovunque. Lidi pronti per la nuova stagione e altri che devono ancora attrezzarsi. Qui sarà il cuore dell’estate messinese ma la sensazione è che la riviera nord, da Paradiso fino a Sant’Agata, sia lo specchio delle contraddizioni della nostra città.
Ufficialmente si parte da oggi e si andrà avanti fino a settembre inoltrato, forse anche fin quasi a Natale. E la prima osservazione, che viene spontanea durante questo piccolo reportage dai luoghi che si popoleranno a dismisura nelle prossime settimane, riguarda le condizioni delle strutture poste sull’arenile. Conosciamo bene le difficoltà alle quali vanno incontro gli operatori del settore, tra effetti della pandemia ancora non riassorbiti del tutto, aumento dei costi dei materiali, perfino mancanza di personale (altro aspetto che esprime bene le contraddizioni di questa fase storica...), chiamati ogni volta, nell’assoluta incertezza normativa, a investire proprie risorse per rimettere in sesto gli stabilimenti balneari e i locali adibiti anche a ritrovi, bar, ristoranti. Ma avere in concessione un pezzo prezioso di demanio marittimo presuppone l’assunzione di precise responsabilità, che comprendono anche la cura e la manutenzione durante il resto dell’anno, non solo nei mesi degli affari estivi. Alcuni, questo impegno, lo hanno sempre assolto, altri no. E lo si vede chiaramente dalle condizioni in cui si trovano spazi e immobili che, in teoria, dovrebbero essere sempre removibili, e che invece, in alcuni casi, si trasformano in vere e proprie “baraccopoli”, messe lì a svernare, occupando tratti stupendi delle rive dello Stretto. Ci sono piccole baie letteralmente sequestrate, le porzioni di spiaggia libera sempre più ridotte e sempre più difficili da raggiungere.
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