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I 150 anni del Timeo di Taormina, mito senza tempo tra filosofia e celebrità

Un luogo dell'anima tra cielo e mare, tra bordure di rose bianche e attimi sospesi nell'incanto, dove il tempo si ferma e il passato, il presente, il futuro si fondono in una suggestione unica. La stessa che rapisce chi si affaccia sulla baia di Naxos dall'impareggiabile terrazza di quello che nel 1873 divenne il primo albergo di Taormina, neonata meta del Grand Tour, "battezzato" tra arte, storia e filosofia come Grand Hotel Timeo. Il nome dello storico Timeo di Tauromenio, figlio di Andromaco, fondatore della cittadina ionica nel IV secolo a.C, fu immaginato da Otto Geleng, nobile prussiano che aveva scelto la Sicilia per alimentare la sua vena artistica e che convinse "don Ciccio" La Floresta, del quale era ospite, ad adibire alcune stanze all'accoglienza di coloro i quali - come accaduto a lui stesso - fossero stati richiamati dal fascino della località, rinvigorito proprio dagli acquerelli di Geleng, nell'inusuale contrasto tra i mandorli in fiore e le cime innevate dell'Etna a incuriosire il mondo intellettuale dell'epoca, in un crescendo inarrestabile di fama e interesse scatenato dalla citazione contenuta nel "Viaggio in Italia" (1817) di Goethe, che l'aveva visitata nel 1787.

Il Timeo e il mito dove tutto ha inizio

Un genius loci che richiama la monumentale teoria platonica sull'origine dell'universo, espressa appunto nel Timeo, con l'idea di un iperuranio dove tutto ha inizio trovando poi forma e ordine in ciò che conosciamo. E proprio come una mitica, eterna creatura generata da un sapiente demiurgo, il Timeo di Taormina, oggi nella catena Belmond, ha attraversato 150 anni di storia accogliendo celebrità, persone e personaggi di ogni epoca e di ogni ambiente, dando forma a sogni e sentimenti che vi hanno trovato terreno fertile nei soggiorni tra le suite imperiali, la spettacolare terrazza su cui sorseggiare un premiato Etna Spritz al profumo di arancia amara e i giardini da oltre 25.000 metri quadri, progettati dalla naturalista inglese Florence Trevelyan alla fine del XIX secolo, plasmandosi tra le rocce nel respiro scenico dell'adiacente teatro greco-romano, culla millenaria che rende divina ogni umana rappresentazione. Così come accaduto anche al Timeo.

Il passato e il futuro: l'Inda e il Jazz

E proprio il palcoscenico sospeso sul leggendario orizzonte ha ospitato un evento unico, che ha celebrato lo speciale anniversario tra i classici e la modernità, tra dialoghi cosmogonici e percussioni jazz. Ad aprirlo l'emozionante performance dell'Accademia dell'Inda, ispirata per l'appunto al Timeo di Platone, il dialogo (tra Socrate, Timeo di Locri, Ermocrate e Crizia) che dal 360 a. C. in poi influenzerà ogni tentativo teoretico di spiegare l'esistente. Venti minuti trascorsi al tramonto in un'altra dimensione, per scolpire con parole ancestrali l'impresa del demiurgo, l'"artefice" che diede anima al mondo.

IL PASSATO - La mise en espace, con la drammaturgia di Elena Polic Greco e Auretta Sterrantino, a cura di Michele Dell’Utri, in collaborazione con l’Accademia INDA Sezione Fernando Balestra rievoca - come spiegato nel libretto di sala - "atmosfere e coralità delle tragedie antiche sullo stesso palco dove venivano messe in scena più di 2.000 anni fa". INDA, con allieve e allievi e professionisti selezionati, "porta un breviario che racconta attraverso una messa in scena composta da letture, canti a cappella in greco antico, cori recitati, movimenti scenici e partiture fisiche quello che è il messaggio del Timeo di Platone, attraverso una narrazione che sia comprensibile anche a chi non conosce l’opera, la lingua italiana e l’arte del teatro greco".

Il FUTURO - La visione prospettica di un mito che si rigenera è stata poi affidata alla performance jazz live del pianista cubano Omar Sosa e del percussionista indiano Trilok Gurtu, che ha regalato sonorità pionieristicamente sorprendenti in perfetta armonia, concludendo la narrazione musicale con le note dei quattro elementi, aria, acqua, fuoco e terra, in cui tutto ha inizio e fine. In un "linguaggio jazz globale ma esaustivo, stilisticamente unico, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afro-cubane".

Il management siciliano e il valore al territorio

Incanto proseguito nel belvedere sul parco del Timeo, tra cipressi e magnolie secolari, con l'accoglienza del general manager Massimiliano Puglisi (43enne siracusano, rientrato in Sicilia dopo un'esperienza ventennale nell'hotellerie tra Usa, Spagna e Inghilterra e subentrato nel 2021 a Stefano Gegnacorsi) assieme alla public relation manager Area Sicily Alessandra Lo Re, anch'essa siciliana trentacinquenne, con una consolidata esperienza ormai pluriennale nella comunicazione per Belmond. "Siamo orgogliosi - afferma Puglisi - di celebrare il Timeo, un’icona dell’identità siciliana, e sono grato al personale dell’hotel per la passione che mette nel proprio lavoro: è proprio grazie a questo amore profondo verso la struttura che siamo considerati un simbolo culturale e un esempio di ospitalità siciliana. Crediamo fortemente che sia nostro dovere rendere omaggio alla nostra tradizione, pur continuando a innovare la nostra offerta e ad alimentare le nostre affascinanti storie. Forti di una storia lunga 150 anni, guardiamo con fiducia al futuro".

L'executive chef Roberto Toro, 48 anni, catanese di Palagonia, con lo staff del ristorante dell'hotel - intitolato a Otto Geleng nel 2018, per i 145 anni della struttura, insignito di una stella Michelin nel 2020 e aperto anche ad ospiti esterni - ha invece offerto un viaggio sopraffino nei sapori mediterranei, concluso da calici di Veuve Cliquot, uno dei marchi di LVMH, brand del lusso che nel 2018 ha acquisito Belmond con il Timeo e l'altro storico hotel di Taormina, il Villa S. Andrea, dove nel 2019 si è festeggiato il traguardo dei 100 anni di attività incastonati nella baia di Mazzarò. Anche quest'ultima struttura è guidata da un altro general manager siciliano, Giovanni Nastasi, evidenziando scelte imprenditoriali di respiro internazionale nella valorizzazione delle peculiarità del territorio, con la sua cultura, la tradizione, le materie prime, e soprattutto le competenze professionali e risorse lavorative, attraverso un ampio indotto.

Tra le altre iniziative in programma per celebrare i 150 anni del Timeo c'è il tour dello chef Toro, che porterà la sua arte culinaria fuori dall’hotel per abbracciare il resto dell’Isola; poi il lancio di una bottiglia di vino dell’Etna in edizione limitata e una nuova installazione di arte contemporanea nei giardini dell’hotel nell’ambito del progetto artistico MITICO, in collaborazione con Galleria Continua. Pubblicato inoltre il primo libro sull’hotel, a onorarne la ricca storia, le persone che l’hanno mantenuto vivo e i meravigliosi paesaggi in cui è immerso.

La storia del Grand Hotel Timeo

Nel 1863, il barone prussiano Otto Geleng fu il primo a portare l’attenzione della nobiltà europea su quello che dieci anni dopo sarebbe divenuto il Grand Hotel Timeo, quando ancora era una casa privata appartenente alla famiglia La Floresta. Arrivato a Taormina dal Nord Europa per dedicarsi alla pittura, Otto Geleng affittò una stanza a casa di Don Francesco La Floresta e trovò ispirazione dipingendo una serie di acquerelli che ritraevano gli spettacolari panorami della cittadina. Una volta messi in mostra, i suoi lavori suscitarono scalpore tra gli artisti berlinesi e parigini del tempo i quali, incuriositi da quei panorami surreali, tra cime innevate e fioriture primaverili che sembravano essere frutto dell’immaginazione, arrivarono a Taormina per constatare di persona magia e bellezza dei luoghi. Proprio per accoglierli, fu Otto Geleng a suggerire di trasformare la casa di La Floresta in un elegante albergo di lusso, l’unico e il primo a Taormina. Nel 1880 arrivò in paese un altro prussiano, che presto si sarebbe guadagnato fama universale: il barone-fotografo Wilhelm Von Gloeden, amico dello stesso Otto Geleng, che con le sue immagini contribuì a diffondere e consolidare la fama e il mito di quella che divenne la "Perla dello Jonio".

Le celebrità sulla Terrazza Letteraria

Innumerevoli ospiti illustri hanno soggiornato al Timeo, tra la magnificenza della vista sulla baia e sull'imponente vulcano Etna, stagliato come un gigantesco monolite triangolare sullo sfondo. La famosa Terrazza Letteraria deve appunto il suo nome alla presenza di artisti, scrittori, musicisti, poeti: tra essi Oscar Wilde, Richard Wagner, David Herbert Lawrence (che nel 1920 trovò qui l’ispirazione per il celebre romanzo "L’amante di Lady Chatterley"), Thomas Mann, Truman Capote che vi soggiornò mentre scriveva "Colazione da Tiffany" (brand che oggi, sorprendente coincidenza, fa parte della stessa "famiglia"). L'hotel accolse anche l'ultimo imperatore di Germania Guglielmo II, che lo occupò per intero lasciando la sua "firma" nella maestosa Kaiser Suite, e poi Edmondo De Amicis, Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, Somerset Maugham, Leonardo Sciascia e divine e divini del cinema, che al Teatro Antico partecipavano alle cerimonie di consegna dei premi cinematografici “David di Donatello” o agli eventi del Festival del Cinema di Taormina. Tra le boiserie e le splendide sale, ricche di cimeli d'epoca e di raffinate composizioni floreali, passò il gotha del cinema e del jet-set internazionale, da Liz Taylor e Richard Burton a Jacqueline Kennedy, Cary Grant, Audrey Hepburn, Claudia Cardinale e Sofia Loren, fino a, più di recente, star del firmamento musicale come Madonna, Bob Dylan, Elton John, assieme a un lungo elenco di altre celebrità.

Taormina nell'olimpo del lusso

La struttura fu gestita dalla famiglia La Floresta per più di 100 anni per poi passare ad imprenditori locali fino al 2010, anno in cui la proprietà, assieme a quella del Villa Sant'Andrea, fu venduta da Framon Hotel a Belmond (allora Orient Express), marchio pioniere nel settore dei viaggi di lusso con una collezione di esperienze uniche al mondo. Dall’Hotel Cipriani a Venezia, acquisito nel 1976, il suo portafoglio si estende oggi in 24 paesi con 46 proprietà, tra cui il mitico Venice Simplon-Orient- Express, gestite anche in chiave di conservazione e restauro. Dal 2018, Belmond fa parte di LVMH Louis Vuitton Moët Hennessy, il gruppo francese guidato da Bernard Arnault: un impero mondiale del lusso e della moda da 56 miliardi di euro e 145.000 dipendenti, con oltre 70 brand fra cui Dior, Bulgari, Fendi, Kenzo, Tiffany, Loro Piana, Guerlain, Acqua di Parma, e i due quotidiani francesi Le Parisien e Les Echos.

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