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Progetto “Mare Caldo”, coinvolta anche l'Amp Capo Milazzo FOTO

L’AMP Capo Milazzo, ultima delle 31 aree marine protette a essere istituita in Italia, sarà coinvolta nel progetto “Mare Caldo”, che dal 2019 studia in collaborazione con i partner tecnico-scientifici del DiSTAV dell’Università di Genova ed ElbaTech l’impatto dei cambiamenti climatici lungo le nostre coste e monitora, grazie a una rete che conta ben 13 riserve protette (AMP), cosa sta succedendo sotto la superficie del mare. E’ quanto annunciato dal Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì intervenuto a Milazzo in occasione della mostra fotografica di Greenpeace Italia “MARE CALDO: immagini da un mare che cambia” che, attraverso un percorso di venti fotografie subacquee e aeree, racconta come i cambiamenti climatici coinvolgano il mare e gli organismi che lo abitano a varie profondità. All’inaugurazione sono intervenuti anche il Direttore dell’Area Marina Protetta di Milazzo, Giulia Visconti, il Presidente dell’AMP Capo Milazzo Dott. Giovanni Mangano, il Sindaco di Milazzo Pippo Midili, il direttore del MuMa Carmelo Isgrò, la presidente dell’Area Marina Protetta del Plemmirio Patrizia Maiorca. L’Amp “Capo Milazzo” – ha sottolineato il presidente Mangano – ha da subito investito energie nella salvaguardia e tutela dei fondali custodendo due tra gli habitat più importanti del nostro mare: le praterie di Posidonia oceanica e il Coralligeno”. Ora questo monitoraggio con la collocazione di sensori per la misurazione della temperatura lungo la colonna d’acqua (da 5 a 40 metri), in diverse zone dell’area marina protetta. I dati che verranno raccolti contribuiranno a restituire un quadro generale sulle temperature marine di tutta la Penisola.

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