Luciano, il messinese alfiere del made in Italy in Australia: dalla pasta fatta in casa ai cannoli
Ha realizzato quasi tutti i suoi sogni nella terra dei canguri non lasciandosi scoraggiare da nulla. Luciano Scipilliti, classe 1995, il giorno dei bagagli lo ricorda bene come se fosse ieri e spera che la sua storia possa essere da stimolo per tutti quei giovani che hanno tanta voglia di fare e che spesso si vedono le ali tarpate per mancanza di reali possibilità. «Messina è la città dove sono nato e cresciuto – racconta Luciano –. Il valore del sacrificio? L’ho imparato presto. A 14 anni ho perso papà e qualche anno dopo ho deciso di fare un corso di barman e tuffarmi nel mondo del lavoro, rallentando così i miei studi, che ho completato solamente in un secondo tempo. A casa mia ho appreso tanto e lavorando in un bar di periferia ho imparato non solo a gestire il tutto, ma a fare anche granite e gelati. Un altra mia passione è il calcio. E ho avuto la possibilità, nonostante il lavoro, di giocare in Promozione e in Eccellenza». Luciano è stato sempre un ragazzo con occhi curiosi, mosso dalla voglia di conoscere il mondo e fare nuove esperienze e così nel 2016, quando aveva solo 21 anni, e tanta fame di riscatto in tasca, decise di fare un biglietto per l’Australia. Con lui due amici di infanzia: «È stato difficile lasciare tutto e partire all’estero inseguendo il sogno di una vita migliore e la soddisfazione lavorativa che in Italia e soprattutto al Sud è davvero carente. Ci preparammo a tutto contattando su Facebook un nostro concittadino, emigrato anche lui, Sergio Fucile, a capo dell’azienda “Oztudy“, agenzia italiana che si occupa di fornire un vero e proprio supporto a tutti coloro che vogliono trasferirsi. Grazie alla sua professionalità e conoscenza del “lavoro” burocratico, non abbiamo avuto grandi problemi. Lui rese possibile non solo il nostro arrivo a Melbourne con il working holiday visa, ma la possibilità grazie alla sua rete di conoscenze, di trovare subito un lavoro. Una vera fortuna per me». Ma non fu tutto semplice. Luciano arrivò con la consapevolezza che doveva migliorare il suo livello d’inglese, per questo cominciò a lavorare dapprima come lavapiatti e poi cameriere per procedere assai più spedito nell’immagazzinamento delle nozioni: «La gavetta è fondamentale, bisogna dirlo. Alla fine arrivò qualche anno dopo anche l’amore, quando conobbi dopo qualche anno la mia ragazza Natalie – continua –, insieme abbiamo costruito tante bellissime cose e non abbiamo mai smesso di viaggiare. Altra vera svolta? Nel 2018, quando ho iniziato davvero a raccogliere i frutti del mio impegno. E quando il mio attuale socio veneto, fiorentino di nascita, mi ha offerto l’opportunità di entrare nella società di un piccolo ristorante italiano, “Osteria Fiorenza”, nel territorio di Geelong, così ho realizzato il sogno di diventare titolare di un’attività che tratta solo cibi Italiani e che rispetta la tradizione». Oggi il giovane porta con orgoglio avanti il made in Italy con la pasta fatta in casa e gli immancabili cannoli siciliani che deliziano il palato alla fine di ogni pasto e che vengono serviti con una spolverata di pistacchio. Una bella eredità che gli è stata trasmessa questa dalla nota pasticceria Vinci: «La nostra forza è la genuinità. Penso che ci apprezzino per questo. Ogni tanto – precisa – portiamo qualche piatto tipico di Messina. Un modo per tenere vicina la città natale anche se alla fine la prima casa l’ho messa in piedi qui nel 2020, dando seguito a quei desideri che ho sempre avuto prima di partire». Ma il ragazzo peloritano ha cercato anche di mantenere un filo con la sua terra, in altro modo e nel 2022 ha investito parte dei suoi risparmi per realizzare in collaborazione con suo zio una posta privata: «Oggi insomma sono felice. Da pochissimo sono diventato cittadino australiano e il mio sogno nel cassetto, visto le attività in entrambi i Continenti, è di poter vivere sei mesi in Australia e sei mesi in Italia. Ai miei coetanei – conclude – invece dico di non avere paura di partire perché l’italiano è amato ovunque nel mondo e le nostre tradizioni, la nostra storia e soprattutto la nostra cucina rendono il nostro Paese unico».