Ricorre domani il 538mo anniversario della morte di S. Eustochia Smeralda Calafato, co patrona della citta di Messina, il cosiddetto Dies natalis (che letteralmente vuol dire nascita al cielo). Si deve alla religiosa delle figlie di S. Chiara, il merito di aver fondato nel 1464 il monastero di Montevergine, unico esempio di clausura presente nel territorio dell’arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela.
Le celebrazioni
La prima messa alle 7,30 sarà presieduta dal salesiano don Nunzio Conte, mentre quella delle 9,30 da fra Tonino Bono dei Frati minori. Alle 11 la celebrazione eucaristica con la memoria del beato transito sarà presieduta da mons. Aliquò. La sera alle 18 sarà il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro a officiare la messa solenne, durante la quale il primo cittadino Federico Basile, con una rappresentanza dei sindaci della Città metropolitana, offrirà l’olio che alimenta la lampada votiva.
La lampada votiva
La lampada è stata realizzata dal maestro orafo argentiere Francesco Cosio su committenza della Fondazione “Bonino Pulejo” in occasione del 30mo anniversario di canonizzazione della Clarissa. 65 pezzi assemblati insieme per un totale di 3,950 chili di argento 925: sono queste le caratteristiche del pregevole manufatto in chiaro stile barocco, che traduce iconograficamente la devozione secolare del popolo messinese alla clarissa concittadina. L’opera, su una base a croce greca quadrilobata simbolo di perfezione, poggia su quattro conchiglie che rappresentano la vittoria della vita sulla morte; al centro due medaglioni cesellati, sovrastati da cherubini alati in bagno di oro puro. Il primo medaglione raffigura la stele del Porto con la statua della Madonna della Lettera, il secondo ricorda la venuta di Papa Giovanni Paolo II per la canonizzazione della Santa, avvenuta l’11 giugno 1988. Eustochia stringe fra le braccia il Crocifisso - al quale era molto devota - e gli “arnesi” della Passione: martello, chiodi, catene e lancia. Gli altri due lati presentano delle grate, che ricordano la clausura e al centro un giglio, metafora della purezza della religiosa che volle consacrare la sua anima al Signore. In alto, alcune foglie d’acanto (pianta sacra che rappresenta la verginità consacrata) a tratti stilizzate, oltre a completare gli elementi vuoti servono a trattenere l’ampolla in vetro soffiato che conterrà l’olio da ardere. L’opera, punzonata in più parti con le iniziali dell’autore, riporta inciso il riferimento della donazione “in memoria degli illustri coniugi Uberto Bonino e Maria Sofia Pulejo”. Alla celebrazione, parteciperà la comunità delle religiose con l’abbadessa suor Agnese Mattia Pavone e le massime autorità civili e militari. La chiesa di Montervergine nei giorni del triduo e della festa, resterà comunque aperta per consentire ai cittadini di sostare in preghiera ai piedi della Santa.