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Lisa, l’artista di Messina che trasforma le scarpe in capolavori

Classe 1982, apprezzata da molti Vip. Ha lasciato la città per poi farvi ritorno: «È qui che nascono le mie creazioni»

«Dall'amore per la mia terra nasce il mio sogno. Da qui posso osservare i colori più  belli che amo da riprendere sulle mie scarpe. Maioliche antiche piuttosto che i colori dei fiori e del mare che ci circonda. Il mio motto? Partire dalla Sicilia da indossare ai piedi e non sfruttarla dicendo solo di essere nativa di qui vivendo poi altrove». C'è qualcosa che risuona come anticonvenzionale al tempo della grande diaspora di giovani e menti: portare la Sicilia fuori. Ed è la “missione” speciale che si è intestata l'artigiana del bello, la messinese che racchiude anche l'anima di artista e stilista: Lisa Arena, classe 1982, che con fantasia e ingegno realizza calzature uniche fatte rigorosamente a mano che hanno fatto gola perfino ai vip del Grande Fratello. Ed è stata Gegia, pseudonimo di Francesca Carmela Antonaci, attrice comica, a portarle sotto i riflettori. E parlando di lei dice con toni calorosi: «Dipinge le sue scarpe come se fossero opere d'arte e in realtà lo sono».
«Sono una donna sicula innamorata della propria terra – afferma Lisa – che ha deciso alla fine di ripercorrere questo viaggio al contrario. Di ritorno. La mia formazione è nata qui, al “Basile”, che è stata una mamma chioccia per molti e che regalava nella sua ex sede un meraviglioso affaccio giornaliero sulla Passeggiata a mare». Lisa è figlia degli anni '80, di un cambiamento sociale e tecnologico dove i ragazzi, puntualizza con un sorriso, «crescevano con la voglia di fare e sognare davvero». E soprattutto rincorrendo quei sogni con una valigia in mano ferma alla stazione in attesa del treno che l'avrebbe portata ad accrescere il suo animo eclettico.

Gli studi a Milano

«Dopo i 18 anni – continua Lisa – per dare seguito ai miei studi ho fatto un biglietto per studiare in una delle migliori Accademie europee, l'Istituto europeo di design che si trova a Milano, capitale per eccellenza del tanto amato e agognato “made in Italy”, sinonimo di qualità nel mondo. E a pensarci bene ho puntato sempre la sveglia sul verbo fare: già durante il periodo degli studi realizzavo bozzetti per una ditta di abiti da  sposa veronese che vendeva nel mercato italiano e negli Emirati Arabi. In seguito ho proseguito la mia carriera   in una  delle località più prestigiose del calzaturiero italiano, quello marchigiano». E questo amore per le scarpe nasce dall'incontro con una insegnante di Accademia che entrò in aula uscendo una scarpa con il tacco a spillo: «Rammento quel giorno come se fosse ieri, la professoressa uscì l'accessorio più amato dalle donne e esclamò “Riportatela su carta”, e per quanto lei cambiasse prospettiva della calzatura io la cominciai a disegnare sempre meglio. E guardandola e riguardandola mi resi conto che me ne stavo innamorando sempre di più. Così iniziai a disegnare scarpe ricercando e scavando nella mia grande alleata: la fantasia. L'insegnante mi fece pure un grande dono: mi propose di prendere la sua cattedra ma rifiutai. Mi rendevo conto che probabilmente chiunque al mio posto avrebbe accettato con un sì entusiastico ma io non potevo, perché sapevo in cuor mio che il mio destino non era legato all'insegnamento ma alla creazione che era innata in me. E del resto come ha detto qualcuno: “Io non seguo la moda, io la moda la faccio”».

Il percorso

Non tutto, però, è semplice e scontato, nessuno ti regala niente. «Il percorso è stato costellato di grandi e dolorose decisioni che mi hanno portato anche a chiudere nel cassetto fogli, matite, colori e sogni per andare avanti. Ma poi mi sono resa conto che i sogni, quelli belli e veri, non si possono far morire e così con il tempo ne uscirono fuori più belli e più forti di prima. E da questi fogli bianchi è nata la mia creatura: TriQueTra, rigorosamente messinese». E oggi Lisa, da Messina, mentre progetta gli spot curati da Carlotta Ingemi, ai ragazzi dice di non mollare: «Dobbiamo credere di più nelle potenzialità di questo paradiso che ci fa battere forte il cuore: la Sicilia».

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