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Messina, l’oratorio “Guanella” grande faro di socialità a Fondo Fucile

Una luce di socialità in un quartiere di quelli considerati “a rischio”, come Fondo Fucile: l’Opera don Guanella continua a muovere i suoi passi nel rione, gestendo una parrocchia di oltre 8000 abitanti di riferimento. Molteplici gli obiettivi dell’Oratorio, in primis il contrasto alla dispersione scolastica attraverso un processo di socializzazione e integrazione di coloro che vivono in condizione di potenziale marginalità e devianza. Ma anche tanto altro: svariati laboratori, campi estivi, incontri, seminari, momenti ludici e rappresentazioni.
Un’azione che don Enzo Bugea Nobile, giunto da qualche mese a Messina, porta avanti con grande trasporto, seguendo la strada tracciata da chi lo ha preceduto, come don Nico Rutigliano. Dando spinta a una struttura “viva”, a due passi da un'altra fotografia simbolo, quel degrado fisico che si sta cercando di spazzare via con le opere di Risanamento edilizio, come dimostrato dal cumulo di macerie che resta delle baracche abbattute. In questo contesto la Chiesa è riuscita a trovare linfa negli spazi affidati dallo Iacp ormai anni fa, nel quale adolescenti e adulti stanno insieme e si dilettano tra doposcuola, corsi (come ginnastica e musica) e modi per imparare e crescere.
Un punto di riferimento assoluto è rappresentato dal campetto di calcio, con le attività coordinate da Andrea Fria assieme a Giovanni Calì, Lillo Vinci e frate Francesco Falletta. E poi Francesco Arena che si prodiga a svolgere le funzioni di mister: «Il campetto è nato a ottobre del 2014, in una zona sbaraccata di Fondo Fucile, per volere dei nostri sacerdoti guanelliani. I ragazzi che lo frequentano hanno un’età tra gli 8 e i 18 anni, si allenano qui ma non è solo un contenitore in cui giocano, partecipano a partite amichevoli ma anche tornei con enti di promozione sportiva».
Partecipato anche il laboratorio artigianale, raccontato da Angelo Saitta: «In realtà è nato prima dell’oratorio, in parrocchia con il progetto “Sporchiamoci le mani”. Venivano dei ragazzi a imparare le tecniche - racconta -. Ma qui abbiamo trovato accoglienza e cerchiamo di trasmettere ancora le nostre abilità, anche se di questi tempi ci sono tante distrazioni per i più giovani. Durante il Covid c'è stato un poco di fermo ma adesso abbiamo ripreso. Siamo 5-6 pensionati, realizziamo degli oggetti e delle esposizioni, quest'anno si è tenuta una mostra natalizia dal 14 al 18 dicembre, anche perché chi viene può essere attratto e cimentarsi. Utilizziamo materiale riciclato, ci portano stoffe, roba non usata più come piastrelle o compensato, compriamo solo prodotti come stucco, gesso e colle».
E poi c'è il laboratorio creativo per i bambini dai 5 ai 10 anni e “mani di fata” con uncinetto e ricamo, dai 12 anni in su. Raccontato da Francesca Grioli: «Si fanno delle attività a tema, spesso in base al periodo dell'anno, ovviamente recentemente siamo state impegnate sul Natale. Ognuno con il proprio talento può esprimersi, costruire e trasmettere. C'è chi fa lavoretti coi tappi di sughero, chi si dedica al cucito, chi realizza grembiuli con le stoffe e la macchina da cucire. È anche e soprattutto un modo per stare insieme, specie chi si trova solo».

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