Messina

Martedì 26 Novembre 2024

Messina, Giampilieri in lutto per la morte di "Don Turi". Una lunga storia di fede e devozione

Salvatore De Luca
Salvatore De Luca
Salvatore De Luca
Salvatore De Luca
Salvatore De Luca
Salvatore De Luca

Giampilieri superiore piange uno dei suoi figli più cari Salvatore De Luca - per tutti don Turi - per oltre 70 anni capovara della Madonna delle Grazie e nonno di Simone Neri, il giovane sottocapo della Marina militare morto da eroe nella tragica alluvione del 2009, dopo aver messo in salvo otto persone. Aveva festeggiato i 92 anni lo scorso giugno don Turi, classe 1930, protagonista di una lunga storia di fede e devozione alla quale hanno sempre attinto tante generazioni. Cresciuto “ai piedi della Madonna” assieme al padre Filippo, capovara addetto alla vestizione della statua per la tradizionale processione che si svolge la prima domenica di luglio, Salvatore ne ha raccolto il testimone condividendolo con uno dei figli Filippo (oggi responsabile della vestizione assieme a Salvatore Busà) e il compianto nipote Simone. “E chiamamuLa cu tuttu ‘u cori”: risuona ancora forte nella mente e nel cuore della gente della vallata di Giampilieri quell’esortazione seguita dai tre colpi di martello, che indicava l’alzata del fercolo e la partenza del corteo alla volta del piccolo santuario posto in cima al paese. Un grande lavoratore che ha dedicato la sua vita alla cura della famiglia, l’adorata moglie Mariangela morta alcuni anni fa e i figli Angelina, Filippo e Giuseppe. “Abbiamo perso un padre oltre che un maestro di vita che ha saputo trasmetterci l’amore e la passione per questa bella tradizione che esprime il forte senso di appartenenza al nostro paese”: questo il messaggio del gruppo dei portatori, oggi guidati dal genero di don Turi, Giuseppe Neri. Si deve a lui il merito di aver trasmesso il culto della Madonna a tanti giovani. Oggi alle 15,30 Giampilieri darà l’ultimo saluto a don Turi nella chiesa di San Nicolò a Giampilieri superiore, dove si svolgeranno le esequie presiedute da mons. Nicolò Freni.

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