"La vita ci sorride quando siamo felici e ci ringrazia quando rendiamo felici gli altri. Nasciamo per raggiungere uno scopo. Questo scopo lo ha già deciso Dio e noi potremo solo rendere meraviglioso il percorso che ci condurrà a questo scopo. Amore e gentilezza fanno sempre la differenza. Benedicono chi riceve ma ancora di più chi le dona". Il messaggio, firmato MariaB81, era contenuto in una bottiglia, affidata alle onde del mare chissà dove. E ricorda una forma di comunicazione che sembra obsoleta ai giorni nostri. Nata dai greci. E su cui hanno scritto autori come Edgar Allan Poe (Il manoscritto trovato in una bottiglia - 1831) e Jules Verne (I figli del capitano Grant – 1868). E perfino i Police che gli dedicarono una canzone. E chissà cosa pensava l'autrice della lettera prima di scrivere il suo messaggio il 31 agosto e rinchiuderlo in una bottiglia ritrovata allo Zir a Messina dalla famiglia Schiavo che ha celebrato il rituale dell'apertura tra lo stupore dei bambini che si chiedevano se ci celasse la mappa di un tesoro. E alla fine si sono ritrovati tra lo sciabordio delle onde a leggere un inno alla gentilezza. Un valore che nessuna forma di comunicazione potrà cancellare.
Caricamento commenti
Commenta la notizia