Il messinese Christian e le frontiere dell’innovazione. Sguardo sul mondo e... Zafferia nel cuore
Piedi per terra e occhi puntati al futuro. Il talentuoso messinese Christian Valerio, classe 1979, sposato, due figli (Damiano, 8 anni e Giada 6), ha il cuore a Zafferia. Si definisce determinato, curioso, testardo e altruista e ha portato a casa il prestigioso “Premio Innovazione Smau” all'evento nazionale che ha puntato i riflettori sui temi d'innovazione per le imprese, dalla robotica alle soluzioni per l'efficienza energetica. Un progetto, “Nando”, sviluppato da “City Green Light” e da “ReLearn”, che porta la sua firma e quella del suo team. E di cui tutte le città avrebbero bisogno. Un progetto, che, nel comune di Trapani, ha portato un servizio innovativo di monitoraggio dei rifiuti con l'installazione di un dispositivo sui cestini per la rilevazione della tipologia di rifiuti gettati. Direttore della “Business Unit Sud Italia” della “City Green Light”, Christian racconta la sua storia alla Gazzetta del Sud.
Qual è stato il suo percorso di studi dopo la maturità?
«Dopo aver frequentato il liceo scientifico Archimede, con indirizzo tecnologico, ho conseguito la laurea in Ingegneria elettronica all'Università di Messina e l'abilitazione all'esercizio della professione, per poi fare un biglietto per Nottingham, in Inghilterra, e perfezionare la conoscenza della lingua. E negli anni successivi non mi sono mai fermato: tanti corsi di formazione, tra i quali quello per la qualifica di esperto in gestione dell'energia e il diploma B-Vca conseguito alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Amsterdam».
Tante le esperienze che racchiudono il suo bagaglio. Cosa ha fatto dopo aver lasciato Messina?
«In realtà non ho mai lasciato definitivamente Messina. Ho fatto per tanti anni l'arbitro di calcio, anche a livello nazionale. Successivamente ho iniziato in un'azienda vicentina multinazionale nel campo dei servizi tecnologici. Sono stato in Egitto per una società, che aveva una grossa commessa di “facility” con il ministero dell’Aviazione: la gestione chiavi in mano del Terminal 3 dell’aeroporto internazionale del Cairo. Era il periodo della primavera araba e la situazione geopolitica lì non era delle migliori tra colpi di stato e continui cambi al potere. L’azienda non trovava tante persone che conoscessero l’inglese disponibili a spostarsi per coordinare il lavoro di circa 600 persone impegnate nel cantiere. Mi fu proposto di andare a sostituire temporaneamente il project manager ed io, forse un po’ incoscientemente e un po’ per curiosità, accettai. Fu una delle esperienze lavorative più belle e formative che ricordo. E dopo quella egiziana ho vissuto un’esperienza anche in Lituania».
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