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Rosario Picciotto, l’architetto messinese e le sue firme prestigiose

«La mia famiglia ha una casa a Castanea, alla quale sono molto legato e che proprio adesso sto restaurando: è un' architettura tardo barocca di fine' 700 che mi ha affascinato sin da bambino e che ha stimolato in me sempre grande curiosità e desiderio di conoscenza. Il mio interesse per l’architettura credo nasca così, dal mio vissuto in questo luogo, da un ignoto architetto che con la sua opera ha cambiato la mia vita». Il suo talento? Smisurato. I suoi sogni? Concretizzati con piccoli passi e con l'audacia di sa che il verbo fare ha bisogno di estro, gambe e tanto spirito di sacrificio. Che sarebbe diventato un vanto per Cortina d'Ampezzo firmando il restauro di Palazzo Telve e scrivendo questa impresa nel volume "Edoardo Gellner a Cortina d’Ampezzo. Da Palazzo Telve a Luce delle Dolomiti”, l'architetto Rosario Picciotto, classe 1968, probabilmente quando partì dalla sua Messina non lo immaginava lontanamente. Come non pensava che un giorno si sarebbe ritrovato a casa di Sergio Marchionne, manager visionario che portò un profondo rinnovamento in casa Fiat, a disquisire di progetti. Ma procediamo per gradi in questa storia di italico ingegno, anzi a tinte giallorosse: «Ho iniziato gli studi di Architettura a Reggio Calabria, – racconta – dove sono rimasto per poco più di 1 anno e andando avanti nel corso di studi aumentava in me la consapevolezza di quel che avrei voluto fare, della strada che ritenevo migliore per le mie ambizioni. Fu così che mi trasferì a Venezia, all’Istituto Universitario di Architettura. Fu una decisione fortemente convinta ma non per questo meno difficile: potevo frequentare la scuola che era stata di grandi architetti come Carlo Scarpa, e frequentare i corsi di Vittorio Gregotti, di Bernardo Secchi e di altri importanti protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica di quegli anni, ma lasciavo il mio gruppo di studio, i miei amici, la mia famiglia. A quei tempi non c’era la rete e la lontananza era vera». In pianura padana bruciava la mancanza del sole e la brezza che ti fa respirare anche quando fa caldo ma in cuor suo Rosario pensava "A qualcosa bisogna rinunciare". L' università con la sua dimensione cosmopolita era stimolante e fu una scelta quasi naturale aderire al progetto Erasmsus volando in Francia, all’università di Marsiglia e Aix en Provence, per frequentare corsi di geografia urbana e urbanistica». Era il 1989 e cadeva il muro di Berlino e quel giorno cruciale salutato con commozione e felicità il nostro talento era in compagnia di amici tedeschi. E il suo pensiero aperto alla conoscenza del mondo e quell'estate molti amici di diverse lingue li ospitò a Castanea.

Completato l’Erasmus continuò a viaggiare tra Venezia e la Francia per 1 anno per portare a termine dei progetti mentre in Veneto avviò la sua professione fondando lo studio "RPC8 Architects", affermata realtà internazionale operante nel settore della progettazione di alberghi di lusso e residenze esclusive. Ma gli inizi, spesso ai margini e che non ricorda quasi mai nessuno, sono fondamentali: «Il mio primo lavoro – continua – fu in un’impresa di costruzioni e lavoravo agli ordini di un espertissimo geometra che aveva 40 anni di cantiere alle spalle. Poi entrai in uno studio di architettura come collaboratore. L’esperienza di cantiere fece la differenza e mi permise di crescere velocemente nel ruolo e nelle responsabilità, sino a diventare socio dello studio dove lavoravo. Dopo una parentesi societaria ho fondato la mia creatura». E determinate fu l'incontro con Angelo Boscolo. allora presidente di Boscolo Hotels, compagnia alberghiera italiana che negli anni 2000 aveva avviato un importante sviluppo nel settore dell’ospitalità di lusso. E il messinese che non si risparmiava e lavorava anche le domeniche guidò tantissimi lavori toccando Praga, Budapest, Nizza, Venezia e ancora Milano, Firenze,Venezia, e Torno sul Lago di Como, dove il suo estro ha fatto rinascere Villa Pliniana, sul lago di Como, un luogo denso di storia che aveva visto passare Plinio il vecchio e Leonardo Da Vinci per studiare la fonte intermittente sulla quale era sorta la Villa. Ma la pagina importante è legata a Mario Moretti Polegato, fondatore di Geox. E dal concorso per il progetto della sua residenza nel Trevigiano sono seguiti molti altri progetti per la sua famiglia e le società del suo gruppo in Italia e all’Estero. Tra gli ultimi il restauro di Palazzo Telve a Cortina d’Ampezzo, progettato per i Giochi Olimpici del 1956 dall’architetto Edoardo Gellner, un edificio destinato a centrale telefonica e trasformato in una residenza di lusso nel pieno centro della cittadina Ampezzana: «Tutto è nato per volontà di Polegato che ne aveva acquisito la proprietà. La particolarità del tema aveva portato il committente a organizzare un concorso a inviti coinvolgendo architetti del luogo. Tema molto difficile a causa del vincolo che tutela l’opera e che vedeva la necessità di dar luce e far respirare un edificio industriale che aveva poche e mal distribuite finestre. L’idea di un sistema automatizzato di schermature, che aprendosi si nascondevano smaterializzando la facciata piena, permettendo di ripristinarla a edificio non abitato, è stata vincente. Il Palazzo Telve, oggi Luce delle Dolomiti, rappresenta una parte della memoria storica di Cortina, dove la stampa trasmetteva i pezzi durante i Giochi. Il libro presentato a Cortina d’Ampezzo, curato da Eleonora De Filippis ed edito da Silvana Editoriale, racconta la storia del restauro e descrive il contesto di quegli anni. Ed stata un’esperienza straordinaria alla quale è seguito l’apprezzamento degli stessi Ampezzani, notoriamente non facili a riconoscere meriti». E due sono gli aneddoti che restano impressi nella mente: «L’incontro con Marchionne, al quale ho progettato la sua casa di Walchwil, in Svizzera. Gli ero stato segnalato da un imprenditore, già mio cliente, ed ero stato contattato dalla sua assistente che mi aveva inviato a recarmi il giorno dopo in Svizzera con un’auto del Gruppo Fiat. Avevo un 'auto tedesca e quindi noleggiai un’Alfa 156 Station wagon a 4 ruote motrici, rimuovendo gli adesivi dell’autonoleggio. Immaginavo la casa di un dirigente ma non pensavo di suonare alla porta e vedermi aprire da Marchionne, con il suo maglione e l’eterna sigaretta in mano. Erano gli anni della 500 e lui era acclamato come il salvatore della Fiat. Tutti ne parlavano e adesso prendeva con me le misure della sua casa, divertito dal laser che utilizzavo per il rilievo. Non riuscivo a crederci. Dopo l’incontro mi accompagnò al parcheggio e vista l’auto mi fece i complimenti La sua assistente era probabilmente la persona che lo conosceva meglio, l’unica che poteva stargli dietro, la persona che poi scelse come compagna e mi aveva dato il consiglio giusto». E sulla Sicilia si accende il buon umore: «L’ultimo lavoro l’hotel Imperiale di Taormina. Adesso sto lavorando a un progetto di residenza privata a Messina.. Ai giovani architetti – conclude – consiglio di essere intraprendenti senza dover per forza cambiare città. Oggi si può sviluppare un progetto anche a migliaia di chilometri di distanza. Il Meridione può sopperire alla mancanza di infrastrutture e di risorse con le idee dei giovani che possono essere apprezzate anche dall’altro lato del mondo».

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