Sono state inaugurate ieri due nuove sale espositive del Museo diocesano di Lipari, uno spazio privilegiato di documentazione storica dell’arcidiocesi aperto e restituito alla fruizione dei visitatori (cittadini e turisti), che hanno la possibilità di ammirare opere di grande pregio artistico e religioso, caratteristica quest’ultima legata anche alla funzione liturgica. All’interno del percorso museale, ordinato secondo un criterio cronologico e collocato al piano terra e al secondo piano del palazzo vescovile, sono presenti dipinti (restaurati dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Messina) e suppellettili ecclesiastiche di particolare pregio precedentemente conservate nella sacrestia della Cattedrale di San Bartolomeo e in varie chiese dell’isola. I dipinti in particolare documentano le strettissime relazioni artistiche con Messina e in parte con l’area napoletana. Tra i curatori del Museo, assieme a don Gianluca Monte e don Giovanni Sturiale e ai sacerdoti di Lipari, il segretario dell’arcivescovo don Bartolo Saltalamacchia (liparoto doc) ha presentato il percorso - “uno scrigno che raccoglie le bellezze della storia Eoliana fatta di contrasti e rinascite” - illustrando le opere principali. “Il museo è luogo e laboratorio di vita, uno spazio privilegiato di riscatto legato allo sviluppo della creatività, la contemplazione della bellezza e una rinnovata religiosità”, ha detto mons. Giovanni Accolla sottolineando la particolarità del Museo diocesano di Lipari, “uno spazio che racconta ai visitatori delle Isole il vissuto e la storia di gente semplice e virtuosa che grazie alla grande capacità di accoglienza, ha sempre condiviso con quanti vi sono approdati la bellezza della vita e della natura donata da Dio”. Il presule ha ringraziato tutti i professionisti e i privati che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questa struttura; un ringraziamento particolare lo ha riservato all’economo dell’arcidiocesi, mons. Giuseppe La Speme. Alla cerimonia inaugurale è intervenuto il vicesindaco Saverio Merlino, il quale ha sottolineato l’importanza del sito, “un’occasione preziosa per recuperare la memoria di questa terra”.