«Messina rinasce nella Vara: un’invocazione che si fa speranza guardando a colei che Donna e Madre è espressione della tenerezza di Dio». Queste le parole dell’arcivescovo Giovanni Accolla che, all’arrivo della processione a piazza Duomo, ha benedetto la città, i devoti, i tiratori. Un momento di rinascita condiviso soprattutto con le donne presenti, “fulcro delle famiglie”: «Che Messina possa rinascere proprio a partire da esse», ha detto il presule. Durante la sosta di fronte alla stele della Madonna del Porto, all’incrocio tra via Garibaldi e il viale Boccetta, il tradizionale atto di affidamento di Messina che il cappellano della Vara padre Antonello Angemi ha voluto rivolgere all’Assunta, chiedendo «benedizione per le famiglie dove manca la tenerezza, per quanti vivono il disagio sociale e materiale della disoccupazione, per le madri che soffrono per la perdita o la mancanza di figli, per i tanti giovani vittime delle dipendenze del mondo contemporaneo». Il sacerdote ha invocato l’intercessione di Maria affinché possa «salvare questa città dalla rassegnazione, dall’apatia, risvegliandola dal torpore»; e un grazie speciale padre Angemi ha voluto rivolgerlo, all'arrivo della Vara a piazza Duomo ai tiratori, per “il grande lavoro di cuore oltre che di braccia svolto durante tutto il tragitto”. Nella coralità della preghiera, lungo il cammino percorso assieme a Maria, anche i profughi ucraini ospitati a Messina assieme alla comunità ortodossa guidata da padre Giovanni Amante hanno voluto unire le loro voci, invocando la Madre di Dio nel giorno della sua dormizione: «Un giorno che lega e non divide, una festa della chiesa che i cristiani festeggiano già dal IV secolo», ha detto padre Amante. Al termine della processione il cero votivo realizzato dalla famiglia di Francesco Forami, presidente del Gruppo storico “Vara e Giganti” e portato in processione, è stato collocato in Cattedrale dove rimarrà esposto fino alla fine di agosto. In mattinata in Cattedrale l’arcivescovo ha presieduto il solenne pontificale dell’Assunta alla presenza delle massime autorità civili e militari. «Che Messina possa ricominciare lasciandosi sorprendere dall’amore infinito di Dio, come ha fatto Maria», ha detto il presule tratteggiando la figura della Beata Vergine, «modello di bellezza, donna dell’ascolto e del cammino». Mons. Accolla ha rivolto un pensiero a quanti soffrono, vittime di guerre, soprusi, sconvolgimenti climatici, affinché «accompagnati da Maria, trovino la forza di rigenerarsi alla vita facendosi costruttori di umanità».