«Alleviamo lumache di prima generazione con un ciclo vitale completo, della durata di 9 mesi, in modo tale da ottenere una carne tenera, gustosa e delicata. Il nostro è un prodotto di origine controllata. Nostrano. Davvero a km 0. Frutto di passione, forza di volontà e voglia di rincorrere i propri sogni». Ha impiantato a Spartà, nella “sua” terra, un'azienda agricola elicicola che ripropone un'antica tradizione che si era completamente persa: la raccolta e l'allevamento delle lumache che tanto appassionava i nostri nonni dopo le primissime piogge autunnali. Lui, il ventiduenne Marco Previti, messinese doc, è giovanissimo, ma ha già le idee chiarissime. Ama Messina. Ma per restare a casa sua e non fare i bagagli doveva inventarsi o reinventarsi un mestiere, considerando che il famoso posto fisso è appannaggio di pochi. E in fondo, in soccorso, gli sono venute quelle passeggiate produttive fatte con nonno Salvatore, che a soli 5 anni lo coinvolgeva in queste scarpinate particolari, in cui si tornava con un bottino assai ricco. «Ho frequentato il Nautico – racconta Marco – incoraggiato da papà Paolo, che naviga per professione. A me il mare mi ha sempre catturato, ma confesso che poi mi sono reso conto, cammin facendo, e fresco di diploma, che questa vita, lontano da casa, non mi avrebbe appagato pienamente». L'idea della singolare impresa agricola circolava a casa Previti già da qualche anno, grazie anche alle notizie ottimistiche che circolavano sul web, ma ha preso forma dopo, quando i tempi erano maturi: «Un giorno, un geometra che si trovava a casa mia per fare dei lavori, mi prospettò questa possibilità – spiega il giovane messinese –. Mi disse di chiedere consiglio ad un agronomo di Torregrotta, considerando che già avevamo dei terreni di nostra proprietà. E con l'aiuto economico di papà e mamma abbiamo creato questo allevamento che ha preso vita quest'anno, dopo una bella lotta burocratica». A Messina, molti ricorderanno la classica mangiata di "stuppateddi", mentre il giovane peloritano si è lanciato nella coltivazione di un'altra varietà. «Sulla scia dell'agronomo di Torregrotta, che ha fatto da apripista e mi ha dato tantissimi consigli, io coltivo quelle che in dialetto vengono chiamate “crastuni”, la specie “Helix Aspersa Muller”, come è comunemente conosciuta, quella che i nostri nonni, con le prime piogge, andavano a raccogliere di notte, nelle campagne, soprattutto sulle rocce che popolano i boschi. E di fatto, ho ripreso un'antica tradizione che sarebbe andata perduta. O almeno, che provo a tenere viva. Pur con grandi sacrifici». Ma come avviene il tutto? Marco, a Torregrotta, compra le lumache neonate e le inserisce nel campo a dicembre. Fino a marzo, vivono in una serra, fino a quando le temperature cominciano ad essere propizie. A quel punto, comincia il loro “pellegrinar”. Mentre la raccolta avviene a giugno: «Per ora lavoriamo io, la mia ragazza, mio papà e il papà della mia ragazza – spiega Marco –. Ma in futuro, se le cose andranno come spero, mi piacerebbe dare lavoro ad altri giovani, proprio come me, che vogliono avvicinarsi a questo mondo. Anche se mi rendo conto che nel 2022 è molto difficile trovare qualcuno che voglia lavorare in campagna. E devo dire che anche io mi reputo sicuramente diverso dai miei coetanei, che probabilmente non hanno ancora ben compreso le potenzialità che la natura offre». E in questa avventura, nella quale gli ingredienti genuini ci sono tutti, una grande mano la dà proprio la diciannovenne Ylenia, la fidanzata del giovane imprenditore, che in aggiunta alle mani ci mette pure la mente e sui social spiega come cucinare le lumache per farle diventare succulenti piatti di gastronomia: in padella e alla romana, solo per citare alcune ricette. Marco, comunque, sogna in grande. E spera che possano nascere altre collaborazioni o innovativi progetti: «La bava di lumaca è impiegata nel mondo della bellezza e della cosmesi, proprio per le sue proprietà idratanti e lenitive. E chissà se un giorno potremmo proporre anche qualche prodotto cosmetico. Anche se ci rendiamo conto che la concorrenza è assai spietata e dobbiamo crescere tanto. Ma per il momento, ci rallegrano anche i complimenti e i commenti positivi che riceviamo. Molti ci dicono che gli facciamo rivivere vecchi ricordi d'infanzia mai dimenticati. E questo è molto bello e gratificante». Ai ragazzi, invece, raccomanda di non avere paura di mettersi in gioco e di abbandonare la vita “social” per assaporare quella vera, perché le soddisfazioni arrivano e la felicità é racchiusa in un terreno che ti fa capire che è bello, a volte, provare ad essere artefici del proprio destino.