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Messina, la prova di fede del profeta Abramo celebrata nella Festa del Sacrificio

È una delle due ricorrenze più importanti per la religione islamica

È stato festeggiato sabato l’Id al-adha, la Festa del Sacrificio, una delle due ricorrenze più importanti della religione islamica, dopo la chiusura del Ramadan. «E Messina si dimostra sempre più città multiculturale, che include e rispetta tutti». Con questa frase, Iman Sadeq, responsabile del Centro Culturale Islamico della città dello Stretto, ha accolto i presenti, in un contesto in cui si ricorda la prova di fede del profeta Abramo, pronto, proprio come atto di fede, a sacrificare il suo primogenito Ismaele. Ma come riportato nelle sacre scritture (sia nel Corano, che nella Bibbia), poco prima del sacrificio di suo figlio, Abramo venne fermato dall’Arcangelo Gabriele e davanti a Dio venne sacrificato un montone.

Questa ricorrenza, quindi, è per i musulmani la Festa della Fede. Durante la preghiera, hanno presenziato Santino Tornesi e Andrea Nucita, che hanno augurato a tutti un “Eid Mubarak”, a prescindere dalla lingua e dalla provenienza: «Ci hanno ringraziato – ha detto Iman Sadeq – per i doni che riceviamo ogni giorno e per le persone che ci vogliono bene. Perché una comunità inclusiva e accogliente dà sempre buoni frutti. Allo stesso modo, l’Imam Mohamed Sadeq ha risposto con un sermone dedito alla centralità di questa Festa, che, nella nostra esperienza religiosa, è un’ulteriore sollecitazione ad approfondire il dialogo tra noi e a edificare una rete di autentica fraternità. Il presidente Refaat, poi, ha detto che alla fine siamo tutti musulmani convertiti al cristianesimo e tutti cristiani convertiti all’islamismo».

Oltre 600 i fedeli giunti con il tappeto sotto al braccio, chi da solo, chi con la famiglia. Gli uomini al piano di sotto, le donne al piano di sopra, i bambini in giro entusiasti e gioiosi, ma tutti nello stesso grande spazio del Centro Culturale Islamico di Messina. Vestiti sgargianti, tradizionali e colorati e un grande invito a fermare al più presto la guerra in Ucraina. Un auspicio, un desiderio di tutti. «È importante – sostiene Omar Hewila, responsabile dei giovani – che la relazione tra tutte le comunità che fanno parte della nostra città sia sempre più forte».

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