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Alberto Lombardo con la sua bicicletta e la festa all'arrivo a Forza d'Agrò

“Sin dall’inizio c’era chi mi dava del pazzo e diceva che non ce l’avrei mai fatta, ma questo mi ha dato ancora più forza per raggiungere l’obiettivo”. E Alberto Lombardo lo ha raggiunto davvero, compiendo un’impresa. L’1 giugno è partito in bicicletta da Kaufbeuren, città nel sud della Germania in cui è nato, vive buona parte dell’anno e dove i genitori gestiscono un ristorante-pizzeria, giungendo mercoledì pomeriggio a Forza d’Agrò, dopo aver macinato circa 2.500 chilometri attraversando tre Stati e lo Stretto di Messina, fino alle ultime curve in cima al borgo forzese.

“È stato il mio viaggio da casa a casa - ci racconta il 32enne - un’idea nata dopo due anni di pandemia, un periodo in cui è mancata la libertà di muoverci e vedere tante cose. Un modo per affermare la propria indipendenza e seguire i propri ritmi, vivendo dei momenti molto personali in cui capisci quanto sia importante la libertà”. Trentasei giorni in sella ad una vecchia bici da città, non la più adatta per un viaggio del genere ma a cui è particolarmente legato, con un bagaglio da 23 chilogrammi e tanta voglia di farcela. Alberto, guidato dal navigatore, ha attraversato boschi, vette innevate, campagne, villaggi, città d’arte, tra ripide salite e panorami mozzafiato, fermandosi lungo il tragitto per rifiatare, trascorrere la notte o per riparare la bicicletta.

“Quando hai la volontà e vedi che le gambe ce la fanno, allora nulla ti può fermare - prosegue il giovane - ne ho approfittato per visitare posti che già conoscevo come la costiera amalfitana, ma ne ho scoperti anche di nuovi. A volte, dopo salite incredibili, arrivavo in luoghi stupendi dove rimanevo incantato, penso ad esempio a Berceto sull’Appennino parmense o Nemi nel Lazio, una regione che mi ha colpito particolarmente. I momenti più difficili sono stati quelli in cui ho pedalato anche sotto i 40 gradi - ammette - lì mi sono chiesto se ce l’avrei fatta, ma dentro di me sapevo che avrei raggiunto l’obiettivo, è stata dura ma io sono stato più duro, la volontà ti porta ovunque. È stato un sacrificio che si è unito al divertimento”. A seguirlo costantemente in questa avventura, pedalata dopo pedalata, papà Mimmo e mamma Pina e da lassù anche Dario, il fratello scomparso nel 2013 nell’incidente ferroviario di Santiago di Compostela: “Sono stati fantastici, mi hanno appoggiato anche se ogni tanto mi dicevano di prendere il treno e mi facevano ‘arrabbiare’, ma questo mi dava più forza per farcela”. La parte più bella del viaggio? “I chilometri finali dal Capo Sant’Alessio in poi, con parenti e amici festanti: questa cosa mi ha gratificato tanto, è stato il regalo più bello”. All’arrivo a Forza d’Agrò, Alberto Lombardo è stato accolto dallo striscione “Più di 2.000 km non ti hanno fatto paura, è stata una bella avventura”, con un centinaio di persone a complimentarsi, la Pro Loco e l’Amministrazione comunale che gli ha consegnato una targa ricordo. “Adesso mi godo l’estate - conclude - farò qualche giretto in Sicilia, magari chissà… ancora in bicicletta visto che le gambe sono allenate”.

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