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Messina, la tenacia di Andrea: è l’arma migliore per realizzare i sogni

«Negli anni ho dovuto fare enorme scorta di determinazione. A scuola mi dicevano che con i miei modi di fare non sarei mai andato avanti. E invece no, eccomi qui, con un'esperienza di vita e un lavoro che amo». È approdato nella terra dei canguri nell'agosto del 2019. Prima di un periodo particolare per il mondo intero in cui piovevano chiusure forzate. Nel suo bagaglio, invece, ci ha messo tanta ostinazione e una qualità non da poco.
Andrea Saccà, classe 1997, infatti, si può dire che è macellaio da sempre: da quando, bambino, con gli occhi pieni di stupore osservava papà Francesco lavorare la carne e rendere i clienti soddisfatti per il prodotto acquistato. «Sono nato in una famiglia che ha sempre lavorato sodo e conosce benissimo cosa significa la parola sacrificio – racconta Andrea –, a 16 anni dopo una doppia bocciatura, ahimé, frutto della testa al gioco che avevo ai tempi, ho lasciato gli studi allo Jaci e dissi ai miei che avrei voluto lavorare e aiutare la famiglia. Papà nel frattempo aveva chiuso la sua macelleria, dove ero cresciuto, per problemi di salute e iniziai la mia gavetta altrove. Prima in alcuni punti vendita noti a Messina e poi anche in un centro disosso carni di Villafranca che riforniva alcuni supermercati».
La vita, come si suol dire, scorreva. Andrea provò anche a intraprendere la carriera militare senza riuscirci, e quando perse il lavoro di Villafranca ne trovò un altro senza perdersi assolutamente d'animo. Ma una proposta avrebbe rimescolato le carte: «Mio fratello maggiore – continua – che già era stato all'estero mi propose di fare una pazzia e di prendere un volo per Sydney. E così partimmo. Inizialmente, appena arrivati abbiamo fatto tanti lavoretti, ma poi io conobbi, Joe Papandrea, il mio attuale boss, che avrebbe cambiato il corso della mia storia attuale». Non si trattava però di una macelleria qualunque ma una delle migliori di Sydney, la “Joe Papandrea Quality meats”, messa in piedi da un calabrese emigrato che sa riconoscersi nelle storie di emigrazione e che negli anni ha portato a casa molti premi, anzi molti “business award”.
«Con il mio titolare mi sono trovato molto bene da subito, Anche se ho messo mani durante il periodo di natale e il metodo di lavoro è completamente diverso dal nostro. Durante il primo anno lavorai con un Working Holiday Visa, in seguito mi applicai per lo Student Visa. Eravamo nel bel mezzo della pandemia e ricordo che non fu completamente semplice». Un giorno, però, per il giovane arrivò una sorpresa inaspettata, perché il suo titolare, accompagnato dalla sua famiglia, si congratulò con lui e insieme gli offrirono un sponsor Visa, e dunque la possibilità di restare in Australia per 4 anni e il loro supporto per affrontare il test d'inglese. Anzi, proprio la moglie di Joe, l'eccezionale signora Pina, gli pagò qualche lezione con un'insegnate privata dicendogli espressamente che doveva conservare i suoi soldi nel periodo nero della pandemia per le spese necessarie. «Sono gesti che non si dimenticano. Non è stato facile lavorare e studiare contemporaneamente ma ho centrato l'obiettivo. E oggi lavoro come banconista in un posto in cui non solo sono stato valorizzato ma ho ritrovato davvero me stesso. Con me lavora mio fratello Enzo e ogni giorno stiamo costruendo il nostro futuro».
E i sogni, cullati con tenacia da parte di chi ha deciso di non vivacchiare, sono davvero tanti: prepararsi per una competizione di macellai, anche solo per il piacere di partecipare, dirigere magari una bella attività o sua o di qualcuno, e chissà forse quella del suo amato boss che gli ha teso una mano. «Sono cresciuto con il mito di Nusret, che tutti conoscono per il modo singolare in cui mette il sale nella carne, gesto diventato praticamente virale. La sua è una storia di tenacia e probabilmente un giorno mi piacerebbe seguire le sue orme e aprire una mia attività, una steak house, che alla fine sarebbe anche il coronamento di un sogno e di un percorso iniziato non da me, ma da mio papà, che è nato in una famiglia numerosa e ha iniziato a lavorare molto presto».
E Andrea va avanti nella terra che lo ha adottato e gli sta dando tante soddisfazioni cercando i limiti da superare. Perché, in fondo, come sottolinea, esistono esattamente per questo.

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