Impegno, testa dura e determinazione. Così il messinese Marco Alibrando, classe ’87, è riuscito a trasformare la sua passione in lavoro, diventando un talentuoso direttore d’orchestra. Una professione impegnativa ed affascinante. “Il direttore - spiega il giovane - ha il delicato e avvincente compito di coordinare l’orchestra e fare da tramite tra il compositore e i musicisti . La riuscita dello spettacolo è frutto di un vero e proprio lavoro di squadra, in cui ognuno gioca un ruolo fondamentale”. Il suo percorso è iniziato al Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, dove ha studiato pianoforte con la prof.ssa Antonella Salpietro. Fu proprio durante una di quelle lezioni, sentendo suonare l’orchestra nell’aula accanto, che Marco rimase colpito dalla magia di quel complesso di strumenti, decidendo successivamente di intraprendere anche il corso in composizione con il prof. Carmelo Chillemi. “Dopo aver conseguito il diploma in pianoforte - ricorda il messinese - e aver frequentato l’Accademia Europea di Direzione d’Orchestra SCS di Vicenza e la prestigiosa Accademia Chigiana di Siena, mi sono trasferito in Lombardia, per diplomarmi in Direzione d’orchestra e Composizione al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano". L’esordio come direttore d’orchestra è avvenuto prestissimo, a soli 24 anni, a Firenze con l’orchestra da Camera Fiorentina. Un’opportunità nata grazie all’invito del maestro Giuseppe Lanzetta, che lo aveva notato ai tempi del “Corelli”. “Un altro insegnante a cui devo molto - aggiunge Marco - è Antonino Fogliani, che è stato il primo a mostrarmi come si costruisce un’opera lirica. Mentre negli anni passati, ho avuto modo di seguire una masterclass davvero illuminante del maestro Gianandrea Noseda e di fare da assistente al maestro ungherese Ivàn Fisher”. Una carriera la sua, fatta di studio costante e tantissima gavetta. “Purtroppo, non esiste una strada predefinita per fare questo mestiere - spiega il direttore d’orchestra – all’inizio occorre mettersi in gioco, lavorare come assistente e crearsi più opportunità possibili”. La sua carriera è stata un mix di preparazione, fortuna e perseveranza. “Ho sempre lottato per realizzare il mio sogno, senza mai scoraggiarmi, nemmeno durante i momenti di difficoltà, perché non sarei riuscito ad immaginare di fare un altro lavoro”. I prossimi impegni lo vedranno a Bari a dirigere l’orchestra giovanile AYSO, a Duisburg con “l’elisir d’amore” alla Deutche Oper am Rhein e a Padova con l’Orchestra di Padova e del Veneto. Continuerà anche con VoceAllOpera, di cui dal 2021 è direttore musicale, una realtà che punta a scoprire giovani talenti e a portare l’opera lirica in periferia. A Messina, la sua città, torna spessissimo: si è esibito più volte al Teatro Vittorio Emanuele, con cui collabora attivamente da anni. “Con gli orchestrali del teatro - commenta Marco - ormai c’è un rapporto speciale, perché ci conosciamo da tempo e ci capiamo alla perfezione. Purtroppo condividiamo anche la sofferenza per la situazione di precarietà in cui versa l’orchestra della città”. Attualmente il giovane vive a Milano, ma tra qualche anno, non gli dispiacerebbe tornare in Sicilia. “In futuro - confessa il direttore d’orchestra - mi piacerebbe comprare una piccola casetta alle isole Eolie. Con il mio lavoro infatti, posso vivere ovunque ci sia un aeroporto vicino”.