La premessa per un dialogo autenticamente basato sull’incontro tra persone: è questo, secondo Papa Francesco, il “cuore” dell’ascolto che lega le persone in nome di un’autentica reciprocità. “Ascoltare con l’orecchio del cuore” è il tema della 56ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare”: con queste parole il Santo Padre ha scelto di rivolgersi a giornalisti e operatori della comunicazione, sottolineando che “per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo, per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, essendo disposti anche a cambiare idea e a modificare le proprie ipotesi di partenza”. Anche l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali di Messina, diretto da don Giovanni Sturiale, ha voluto “personalizzare” questa giornata e il senso del messaggio, raccogliendo le testimonianze del giornalista capo servizio di Rtp Rosario Pasciuto, del teologo don Luigi Maria Epicoco, assistente ecclesiastico del Dicastero per la comunicazione e dei coniugi Alessio e Manuela raccolte in un video condiviso attraverso i canali social dell’arcidiocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela. “Provo ad ascoltare con l’orecchio del cuore ogni volta che mi trovo di fronte a una notizia nella quale sono coinvolte persone, in particolar modo le categorie più fragili, invitando me stesso e i miei colleghi a manifestare prossimità attraverso il delicato compito che svolgiamo quotidianamente”: il giornalista Pasciuto, facendo riferimento ai migranti che arrivano sulle nostre coste o alle tante famiglie messinesi che vivono ancora condizioni di precarietà abitativa, ha sottolineato la responsabilità professionale della narrazione giornalistica legata alla dignità delle persone protagoniste dei fatti. L’ascolto dunque come “prima forma di carità attraverso cui si esprime l’amore”, ha spiegato don Epicoco, intervenuto a Messina nei giorni scorsi, con una relazione su “Comunione, partecipazione e missione” in occasione delle iniziative programmate nell’ambito Sinodo. “L’ascolto non è un favore reso agli altri, ma una vera professione di fede; ascoltare con il cuore vuol dire lasciare che la storia dell’altro possa toccare la parte più profonda di noi, così come Dio ha ascoltato il grido del suo popolo”, ha detto il teologo. Ma ascoltare vuol dire condividere passo dopo passo il cammino di vita all’interno della famiglia, della coppia, “anticipando e interpretando i bisogni dell’altro anche attraverso un gesto o uno sguardo, in un processo empatico che si rinnova e si arricchisce quotidianamente”, come testimoniano i coniugi Alessio Mento e Manuela La Spada.