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S. Ignazio e i Gesuiti a Messina: i giovani al centro, ieri come oggi

Riannodare i fili della memoria per costruire il futuro al quale i giovani sono in grado di guardare con fiducia e audacia: un percorso educativo che il Collegio S. Ignazio continua a portare avanti, alla luce degli insegnamenti di S. Ignazio di Loyola, attraverso l’innovativa opera evangelizzatrice della Compagnia di Gesù presente in tutto il mondo. In occasione dei 500 anni dalla sua conversione - avvenuta nel 1521 a seguito della battaglia di Pamplona - e dei 400 dalla canonizzazione il Collegio S. Ignazio ha voluto suggellare e il legame fra il fondatore dei gesuiti e la città di Messina con una mostra - ideata e realizzata da Milena Romeo, presidente dell’associazione Cara Beltà e Giacomo Sorrenti, docente del Collegio e presidente dell’associazione Messina Sacra, in collaborazione con la Compagnia rinascimentale della Stella - che racconta quasi mezzo secolo di storia, con la volontà di “rilanciare e attualizzare la memoria della congregazione religiosa, importante riferimento di crescita per la comunità scolastica dell’istituto che idealmente raccoglie questo importante testimone”, come ha sottolineato la dirigente scolastica Maria Muscherà nel corso della cerimonia aperta dalla solenne celebrazione presieduta dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro alla presenza della comunità scolastica. Assieme a lei il direttore Gianluca Busacca ha sottolineato l’importanza della mission alla quale sono stati chiamati: “educare e formare i giovani con responsabilità e grande dedizione”.

I giovani,  luce spirituale e culturale che illumina la città

“Questo istituto è l’ultima importante propaggine del carisma gesuita che, attraverso questi giovani, può illuminare la città con una nuova luce spirituale e culturale”, ha detto mons. Di Pietro ripercorrendo assieme alle studentesse e agli studenti le fasi salienti della storia della Compagnia e di S. Ignazio al quale si deve in città la nascita, nel 1548, del primo  Collegio della Compagnia - su cui si sviluppò poi l’Università - divenuto modello per le innumerevoli strutture educative che l’ordine diffuse in tutto il mondo cattolico. Sull’importanza dell’opera educativa e formativa svolta dalla comunità scolastica del S. Ignazio è intervenuto gesuita maltese padre Jimmy Bartolo, presidente della Fondazione Gesuiti Educazione - che ha concelebrato la messa assieme al parroco di S. Domenico padre Giuseppe Sabato e al direttore dell’Istituto teologico S. Tommaso e rettore della chiesa di Gesù e Maria delle Trombe don Gianni Russo - sottolineando l’attenzione ai giovani, una delle quattro priorità apostoliche della missione gesuita nel mondo per il decennio che si è aperto nel 2020. Al termine della celebrazione - curata dal gruppo pastorale del Collegio diretto dalla docente Desirèe Barrile, con il coro della scuola diretto dal docente di musica Gabriele Papalia e dei ministranti coordinati dal docente di religione Giacomo Sorrenti che hanno curato il servizio liturgico - il taglio del nastro e la presentazione della mostra (visitabile fino alla fine di giugno).

L'esposizione con rari cimeli, aperta fino a giugno

“E’ importante riannodare i fili della presenza gesuita a Messina, per “svelare” la bellezza di un patrimonio storico culturale che anche i nostri giovani devono conoscere”, ha dichiarato Milena Romeo, che ha voluto condividere con loro l’allestimento. Educare al bello: una mission che anche l’Ateneo peloritano ha voluto rafforzare negli ultimi anni, come ha dichiarato il docente delegato del rettore per il turismo Filippo Grasso preannunciando, oltre al polo museale che sorgerà nella sede dell’ex Banca d’Italia, a seguito del parere favorevole della Sovrintendenza ai Beni Culturali, entro i prossimi due anni il primo portale dell’Università realizzato dai gesuiti sarà ricollocato all’ingresso del Rettorato.  La mostra è composta da 15 pannelli didattici che raccontano mezzo secolo di presenza Gesuita a Messina, attraverso la figura di S. Ignazio di Loyola, la sua conversione e l’arrivo della Compagnia in riva allo Stretto, con la nascita del primo collegio, prototipo per l’opera della congregazione sparsa in tutto il mondo. Dalla città fortificata dalla quale partì la spedizione di Lepanto, che i gesuiti trovarono al loro arrivo, a quella lasciata al termine della loro missione, ricca di emergenze architettoniche di grande valore - molte delle quali religiose - volute dal vescovo ricostruttore Angelo Pajno. All’interno dell’esposizione nell’aula magna del Collegio - allestita dalle associazioni culturali Cara Beltà e Messina Sacra, presiedute rispettivamente da Milena Romeo e Giacomo Sorrenti - sono presenti antichi cimeli, incisioni e riproduzioni di abiti epoca. Di grande rilievo  un dipinto del 700 che raffigura il santo, realizzato dal pittore messinese Giuseppe Paladino, custodito nella chiesa di Gesù e Maria delle Trombe (che il Collegio provvederà a far restaurare ) e una lettera autografa che S. Ignazio inviò alla badessa delle monache cistercensi di Montalto nel 1550, sopravvissuta alle catastrofi e agli eventi bellici che distrussero la città e custodita ancora oggi nel santuario sul colle della Caperrina, che verrà restaurata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali. Esposti anche un messale del 700, un’incisione della Madonna della Scala del 600 custodita per due secoli dai gesuiti e oggi nella chiesa dei Catalani, una palla di cannone del 600 che rimanda alla battaglia di Pamplona nella quale fu ferito alla gamba S. Ignazio di Loyola.

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