È la vita che fluisce senza filtri nel libro “A Modo tuo”, la battaglia di Dylan, di Veronica La Camera, scritto in collaborazione con Gaia Valeria Patierno. È la vita di una mamma che ha dovuto attaccare al suo ruolo un nuovo aggettivo, “coraggiosa”, che sembrava completamente scollato e avulso dalla sua esistenza. O meglio dal primo tempo della sua vita. Perché nel secondo si è ritrova a raccontare la vicenda del suo primogenito, per sensibilizzare quanta più gente possibile sulla solitudine che vivono i genitori di bimbi speciali. È una storia che abbiamo già raccontato e che si arricchisce di un nuovo straordinario capitolo.
«Ero una ragazza normalissima – racconta Veronica – che desiderava fin da bambina di avere una famiglia tutta mia. Ero così timida che non riuscivo a uscire da sola o a rivolgermi al fornaio per chiedergli del pane. E per questo mandavo avanti sempre mia sorella gemella Vanessa. Poi la vita mi ha sconvolto i piani, cambiando il mio essere». Veronica conduceva una vita abbastanza normale, lavorava in una rosticceria del centro cittadino messinese ed è qui che ha conosciuto Daniele, il ragazzo chiacchierone con la battuta sempre pronta che gli ha rubato il cuore e con cui ha costruito il suo sogno che ha preso velocità appena seppe di aspettare un figlio. E clima, in fondo, tra corredino e preparativi, era sereno fino alla trentaduesima settimana: «Dylan è cieco e tetraplegico, – continua la mamma coraggio ripercorrendo dei momenti impressi nel suo libro – ma non è colpa di una patologia genetica: lui poteva essere un bambino come tutti gli altri, le sue lesioni cerebrali sono state causate dalla mancanza di ossigeno perché a otto settimane dal parto, una notte, in ospedale, sono caduta in coma. E non sono stata soccorsa, sette maledetti anni fa. Ma lui è stato forte e ce l’ha fatta, ha scelto di vivere. Dylan vive a modo suo, perché non vede, non parla e non cammina e si nutre tramite una “Peg”». La vicenda è finita in tribunale, ancora oggi si combatte contro una giustizia lumaca, ma Veronica nel frattempo lotta come una leonessa per regalare un'esistenza migliore al suo piccolo. Ed è diventata, anche se non l'avrebbe mai immaginato, con la sua pagina facebook “Il sorriso di Dylan”, una voce per le mamme che vivono la stessa situazione e si ritrovano ad essere anche gli occhi, le braccia e le gambe dei loro figli speciali. «Ho scritto queste pagine – precisa la giovane – mettendomi a nudo in primis per Dylan, ma nello stesso tempo per tutte le madri h24 che vivono ogni giorno ciò che vivo io armandosi di pazienza e indossando un meraviglioso sorriso. A loro dico che dobbiamo farcela e goderci il bene più prezioso che abbiamo, il tempo, con i nostri meravigliosi bambini».
Nelle pagine irrompono i nomi di tutti coloro che si sono stretti attorno a questa famiglia, e anche quello di un giornale, il nostro, che dal primo momento ha dato risonanza alla storia del piccolo mobilitandosi anche, con tutta la città di Messina , per una raccolta fondi nel natale del 2019. E ancora maestre speciali come Katia Gussio, che ha ricreato con grande amore in classe un clima inclusivo: «Per fortuna nel nostro percorso abbiamo incontrato belle persone – conclude Veronica – e adesso cerco di vivere godendomi il presente. Con il ricavato di questo progetto continuerò a pagare tutte le terapie del mio piccolo ometto comprese quelle che si sono aggiunte». Il libro è disponibile in tre versioni, con copertina flessibile, rigida e ebook.
Messina, Veronica e Dylan: non c’è storia più bella
Una mamma e il suo figlio speciale. Il racconto è racchiuso ora in un libro scritto da chi combatte anche per altre mamme di altri figli speciali
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