Di padre il figlio: una storia di devozione e appartenenza senza fine; dietro ogni baretta ci sono ricordi di famiglia, sodalizi, amicizie scandite dalle battute del martelletto sulle placche metalliche, dal posizionamento sotto le stanghe - dopo la tradizionale “mmuttata” - all’alzata per la partenza al grido di “Viva Maria, viva Gesù”. Tre anni senza a ‘nchianata di Baretti, segno vivo dell’identità dei messinesi, che hanno affollato la chiesa Nuovo Oratorio della Pace di via 24. Giovani coppie, famiglie, anziani, ma anche visitatori curiosi di conoscere la storia, le origini, il simbolismo degli 11 gruppi statuari che attraverso i colori, le forme e le espressioni dei volti, raccontano la storia della salvezza impresso nel mistero della Croce. Soddisfatti i membri della confraternita del SS. Crocifisso per la grande affluenza dei fedeli; “siamo già proiettati al prossimo anno, con la speranza di restituire ai messinesi una processione che fa parte del patrimonio storico culturale della città dello Stretto”, ha dichiarato il governatore Pietro Corona.