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Giuseppe Saporito da Falcone a Roma: «Lavoriamo perché questa sia come una seconda casa»

«Nella nostra piccola realtà appena nata c'è spazio per tante prelibatezze: dalle cipolline catanesi alla focaccia messinese fatta come la tradizione insegna» Da Falcone alla città eterna il passo è stato deciso. Ma lui, il ventisettenne Giuseppe Saporito ha fatto anche una scelta di cuore, decidendo di seguire le gloriose orme di suo nonno Pippo, ambasciatore indimenticato del gusto nostrano, dedicando a lui la sua attività. «La mia famiglia , – racconta – , fa questo da generazioni. Nonno è l'artefice di tutto e ha capito subito cosa significa la parola sacrificio. Dopo che è rimasto orfano prestissimo ha cominciato a lavorare in un forno in Sicilia. Chiaramente faceva piccoli lavoretti come pesare la farina e prendere l' acqua ma soprattutto imparava i trucchi del mestiere. In questo locale è rimasto dieci anni e alla fine lo prese anche in gestione. Quando conobbe mia nonna fecero la classica fuitina e cominciò anche ad appassionarsi alla pasticceria e così negli anni '60 diede vita a Falcone alla sua attività che esiste ancora oggi. E tra l'altro a Messina si confrontava con le migliori pasticcerie per imparare il più possibile dai grandi. E grande lo è diventato».

L'idea imprenditoriale capitolina è maturata a dicembre e si è partiti con grinta e la voglia di ricreare una piccola oasi siciliana oltre la classica zona di comfort, ma con un bagaglio di maestria assai ricco e variegato: «Da tempo – continua – sentivo che avevo un debito nei confronti di questo nonno che ha fatto tanto per la nostra famiglia. Di lui ho pochissimi ricordi vivi perché è scomparso quando avevo solo tre anni. Amici e parenti però mi hanno sempre parlato di lui. E nonna ha contributo a ricostruire il puzzle dei ricordi. Mi dice sempre che era una persona molto sportiva che amava la vita in tutte le sue sfaccettature, anche se è volato via a 56 anni con un infarto fulminante. E sembra quasi assurdo considerando che non solo allenava una squadra di calcio ma amava uscire in bici. Anzi, proprio per non rinunciarci organizzava benissimo tutta la sua giornata lavorativa dormendo poco». Ma non è stato l'unico momento di sconforto per la famiglia: «Nonna Anna ha avuto davvero una forza incredibile perché nel '97 è venuto a mancare anche suo figlio per un brutto male e in quei momenti, dopo lo scoramento iniziale, si è fatta forza portando avanti non solo casa sua ma anche l'attività chiamando a raccolta i suoi due figli: mio papà che allora era abbastanza giovane e mio zio Tindaro, apprezzato maestro di boxe. E grazie a questo loro sacrificio il nostro nome, quello dei Saporito, è conosciuto ovunque in Italia».

Giuseppe è cresciuto in questo contesto anche se aveva fatto qualche breve esperienza fuori per conoscere altre realtà ed era sicuro che avrebbe dovuto puntare sulle nostre prelibatezze: «Alla fine mi è venuta l'idea di riproporre la nostra cucina tipica siciliana, aggiungendo qualcosa di romano, perché è giusto adeguarsi un minimo al posto, ma chiaramente investiremo molto sulla tavola calda e dietro i fornelli con orgoglio ci sarò io cercando giorno per giorno di fare sempre meglio per raggiungere ottimi risultati. E i sacrifici non mi preoccupano perché sin da piccolo sono cresciuto con la cultura del lavoro e mentre gli amici miei erano a divertirsi spensierati io ero sempre pronto a "mirare" il costume da lontano per venire incontro alle esigenze di famiglia. E diciamo che la chiamata di papà arrivava sempre puntuale alle sette di sera per preparare la focaccia». In via Francesco Valesio, a Roma, insomma si respirano tradizione e radici. E anche se l'anziano maestro Pippo non può essere fisicamente presente il logo richiama proprio un nonnetto che tiene un arancino e dei cannoli fra le mani, mentre sullo sfondo irrompe una Sicilia immensa color arancio. E di fatto, come rimarca il giovane imprenditore, una storia che è bella da raccontare e tramandare: «Adesso stiamo partendo con tanto entusiasmo – conclude – ma non nascondo che i sogni nel cassetto sono davvero tanti. Di sicuro mi piacerebbe portare sempre più avanti il nome di nonno aprendo anche qualche localino in più in giro per l'Italia. E mi riempie di gioia sapere che anche la mia famiglia è felice per quello che sto realizzando e il mio grazie va anche a loro. E la prima fan è proprio nonna Anna, donna immensa e tenace che ancora oggi nonostante le sue tante primavere vorrebbe dare sempre il suo contributo tra i fornelli lavorando». E proprio lei ha dato al nipote il consiglio migliore: "Fai tutto con amore e passione come se cucinassi sempre per te stesso e casa tua"».

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