Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

San Francesco d’Assisi a Messina, la chiesa dove tutto è numero

 
 
 
 
 

Nel “De doctrina christiana” Sant’Agostino ritiene indispensabile la conoscenza del linguaggio dei numeri, altrimenti non è possibile capire a fondo quanto si legge nelle Sacre Scritture. Nel Tempio di San Francesco d’Assisi all’Immacolata, fondato nel 1254 dalle patrizie messinesi Violante Palizzi, Eleonora da Procida e Beatrice Belfiore, i numeri sacri costituiscono il fondamento della sua edificazione, gli elementi chiave che ne assicurano la proporzione. La chiesa è stata costruita secondo il numero triangolare di 4 che rappresenta il numero del giuramento pitagorico, cioè la perfezione, la giustizia, la proporzione armoniosa, la terra, la rappresentazione del cosmo nella sua interezza, il numero della Tetraktys pitagorica ottenuto dalla somma dei precedenti: 1+2+3+4=10. Il numero dieci, percorrendone l’asse longitudinale (quello, per intenderci, che congiunge il portale dell’ingresso principale col catino absidale) che ne costituisce la direzione principale, sovrintende a tutto lo sviluppo dimensionale della pianta in lunghezza. Il numero uno della Tetraktys è rappresentato dal portale; il numero due dalla zona centrale del transetto; il tre dall’altare maggiore e il quattro dall’abside principale. In sostanza, il Maestro d’Opera di San Francesco, dopo aver individuato il centro del futuro edificio apponendovi un palo di riferimento, ne tracciava l’asse longitudinale secondo un preciso orientamento est-ovest. Su di esso venivano quindi riportati i quattro punti cardine: centro del portale, centro del transetto, centro dell’altare, centro dell’abside. La somma di queste distanze fra i diversi punti, dà come risultato dieci: una somma ideale, qualsiasi fossero le reali lunghezze perché i segmenti che univano i quattro punti, dividevano il dieci del totale secondo criteri proporzionali. Una volta stabiliti questi quattro punti chiave, il Maestro d’Opera, ancora secondo criteri proporzionali geometrici, determinava le dimensioni in larghezza della navata e la sua altezza, fino a pervenire all’organismo spaziale completo dell’edificio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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