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Riccardo, il più giovane laureato di Messina al Conservatorio

Cresciuto a “latte e musica”, il diciottenne messinese ha letteralmente bruciato le tappe

Le tappe le ha sempre bruciate sin da piccolo. E ora il diciottenne Riccardo Salvatore è il più giovane laureato del Conservatorio "Arcangelo Corelli" di Messina nel 2021. E rivela che se avesse avuto il diploma in tasca ci sarebbe arrivato prima. Già nella sessione estiva. «Nutro questa mia grande passione dall’infanzia – racconta –, sono cresciuto a latte e musica grazie anche a mio papà, grande intenditore, che ha riempito la casa di dischi. A 5 anni mi sono avvicinato alle percussioni e ricordo ancora quando, con mezzi improvvisati come pentole e scatole, ho costruito la mia prima batteria colonizzando l'intero salone che puntualmente veniva smontata da mamma con scarsi risultati perché poi in un batter d' occhio le ridavo vita. Sempre nello stesso punto». Poi, gli studi veri e propri con chi poteva trasmettergli le nozioni scandite a suon di musica e i buoni consigli, e provvidenziali furono il maestro Nino Pettineo che lo ha preparato per entrare in Conservatorio a 11 anni e ancor prima il maestro Dario Nicoletti, che ha intravisto in lui un grande potenziale quando era solo un bambino.
«Iniziai con un corso pre-accademico – continua il giovane talento – studiando principalmente batteria, solfeggio e altre materie complementari. Poi a 13 anni mi sono iscritto al liceo musicale Ainis nel 2016 e ho cominciato a studiare anche le percussioni classiche affiancandole allo studio della batteria, mio primo amore. Il percorso scolastico è stato entusiasmante». Riccardo si è diplomato con 100 a fine giugno e il 15 ottobre era al “Corelli” per sostenere l'esame di laurea. «Un mix di emozioni che si sono concentrate in un lasso di tempo infinitamente breve. Il coronamento di un percorso che mi rende felice e orgoglioso allo stesso tempo, che potevo finire prima, anche a 17 anni. E ora si sta cercando di capire se ci sono altri miei coetanei in Italia che non hanno perso tempo. Questa, è giusto sottolinearlo, dopo la riforma è diventata a tutti gli effetti una vera laurea anche se molti non ne sono a conoscenza». Il percorso comunque non è stato semplice perché prima che il Covid azzerasse completamente tempo e abitudini, il giovane si trovava impegnato, di fatto “h24”, nel dividersi tra il doppio percorso. E paradossalmente il marzo 2020, una data che gli italiani conoscono benissimo. ha portato qualche aspetto positivo. E di fatto solo il primo anno ha vissuto un anno “pieno” di scuola-Conservatorio: «Come tutti i miei coetanei mi sono ritrovato a vivere una situazione surreale. Ma io, che tempo non ne avevo mai per stare casa, ho cominciato a studiare davvero il triplo, anche le materie che prima trascuravo, spianandomi la strada per ottenere risultati migliori. E di fatto ho lavorato sodo per ottenere i miei obiettivi sfruttando ogni attimo. Per me è stata una grande gioia ricevere, oltre la lode, la menzione d'onore da parte della Commissione Accademica, che ha apprezzato il mio lavoro di tesi su dei miei arrangiamenti di alcuni brani del grande compositore Chick Corea. Ed è stata una grande emozione esibirmi di fronte a quei maestri che mi hanno visto crescere sia umanamente che musicalmente durante il mio percorso. E ci tengo a ringraziare particolarmente il maestro di batteria Fabio Accardi che mi ha seguito con passione». Intanto, il giovane, che viaggia sulle ali dell'entusiasmo, sogna in grande, anzi in grandissimo continuando a frequentare a Palermo il corso biennale di batteria e percussioni Jazz : «Sono un batterista e voglio diventare un grande compositore. Adesso sogno New York che secondo me è la patria della musica che accende davvero entusiasmo più di qualsiasi altra meta. Di sicuro coltiverò sempre le mie passioni con tenacia e voglio sempre trarre il meglio da me stesso mettendomi sempre alla prova». I bagagli, dunque, sembrano un passaggio obbligato: «Mi piacerebbe donare al mondo il grande valore dei suoni. Voglio andare via, conoscere nuove realtà. E un giorno, chissà, tornare qui e dare il mio contributo alla crescita culturale della nostra comunità».

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