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Autismo, a Messina gli "Stati generali" con istituzioni e famiglie

Pesano, due anni di pandemia. A tutti, ma ad alcuni di più. Tra essi, le famiglie delle persone con disabilità che vivono con angoscia ancora maggiore, se possibile, i timori legati all’impennarsi dei contagi e a tutto ciò che ne consegue: non solo i rischi sanitari, ancor più complessi da gestire in caso di difficoltà fisiche e intellettive, ma soprattutto il progressivo dileguarsi delle risorse riabilitative e terapeutiche, sia sociali che professionali. Sempre più rischioso e complicato seguire con regolarità persino le sedute specialistiche programmate, mentre si amplificano per i bambini e ragazzi gli ostacoli nel frequentare in presenza le aule e la preziosissima comunità scolastica, che la Dad - per quanto “sicura” - rende poi del tutto off limits. Per i più grandi, invece, si profila una drastica riduzione delle occasioni di interazione, offerte da comunità e centri diurni, già in numero esiguo sul territorio provinciale e spesso non specializzati nell’accoglienza adeguata di determinate patologie.

Una condizione di sgomento crescente che accomuna, come detto, chi vive quotidianamente la disabilità, ma che tocca in maniera drammatica chi convive con l’autismo, disturbo del neurosviluppo ormai “endemico” per l’incidenza altissima (tocca 1 bambino su 77 in Italia, secondo il Ministero della Salute) e in crescita secondo recenti studi internazionali, mentre di fatto i pazienti e le famiglie perdono il vitale supporto della rete territoriale di riferimento. Proprio nell’area messinese la condizione di gravissimo deficit nelle proposte destinate in particolare alla fascia dei giovani adulti è stata nel tempo amaramente evidenziata, anche di recente con una lettera scritta alle istituzioni da Pino Currò, coordinatore del tavolo tecnico autismo del Comune e papà di Simone al quale, dopo il diploma di maturità, non è rimasto altro da fare se non chiedere “asilo” ad una comunità di accoglienza non specializzata in provincia di Catania.

Un grido disperato che non è caduto nel vuoto, e che ha trovato a stretto giro risposta nella convocazione diramata dal sindaco Cateno De Luca, massima autorità sanitaria locale, e dall’assessora ai servizi sociali Alessandra Calafiore a tutti i soggetti che sul territorio operano nel campo dell’autismo. Più che una conferenza dei servizi, ma veri e propri “Stati generali” dell’autismo, in programma il prossimo lunedì 17 alle 10, in modalità digitale: invitati l’Asp, l’Università, il Policlinico, l’Irccs Neurolesi, il Cnr, l’Ufficio scolastico provinciale, ma in particolare - ed è uno degli aspetti più graditi - la convocazione è stata trasmessa alle associazioni (Il Volo, Nati per la Vita, Audacia, La Linea Curva, Angsa Messina, Comitato Figli Speciali, Associazione Bambini Speciali) ansiose di far sentire la voce di chi combatte sul campo questa infinita battaglia per la dignità e l’integrazione.

Per la disabilità destinati oltre 14 milioni

«Il nostro interesse su questa tematica non nasce adesso: tavoli e riunioni si sono susseguiti, - sottolinea l’assessora Calafiore - Ma con questo incontro vogliamo fare il punto sull’esistente, definire il quadro entro cui si muove l’iniziativa istituzionale. E, quindi, agire con tutte le risorse a disposizione». All’area socioassistenziale e disabilità, come chiarisce l’esponente della Giunta De Luca riferendosi all’ultima relazione diffusa nell’agosto scorso, sono stati destinati 14,2 milioni di euro, e in essa ovviamente rientrano anche i servizi di cui fruiscono le persone con autismo. Il Comune - cui non compete ovviamente la parte sanitaria, ma l’essenziale attività socioassistenziale - ha poi investito ben 1,5 milioni di euro con i preziosi fondi Poc Metro nel progetto Inter Pares condotto assieme all’Irib Cnr nei locali comunali dell’Istituto Marino di Mortelle: un percorso di ricerca e riabilitazione innovativa destinato a 300 famiglie con importanti risorse per l’integrazione, si prevede infatti il finanziamento di borse lavoro per favorire l’impiego di soggetti con autismo.

Una Cittadella solidale a Gravitelli

È una pietra miliare, sulla lunga strada che deve vedere Messina diventare davvero una città accogliente e inclusiva. L’acquisizione dell’ex Città del Ragazzo di Gravitelli da parte della Città Metropolitana, che ne è appena entrata in possesso, consentirà infatti di programmare la realizzazione di una “Cittadella solidale”, un’area con servizi di natura sociosanitaria da erogare attraverso progetti da finanziare con le risorse del Pnrr. «Procederemo - annuncia l’assessora Calafiore - dopo aver completato la ricognizione strutturale, ad avviare una manifestazione di interesse per coinvolgere soggetti pubblici e privati e vagliare le loro proposte». Le diverse idee saranno poi ricondotte ad una progettualità unitaria, organica e coerente, sulla base della quale definire anche la riqualificazione strutturale, in base alle specifiche finalità individuate per i numerosi elementi dell’enorme complesso immobiliare.

L’auspicio, chiaramente, è che il meritorio iter avviato dall’amministrazione De Luca possa adeguatamente procedere, al netto del percorso politico scelto dal primo cittadino, per regalare al territorio un luogo “open”, in cui le persone con difficoltà, e non solo quelle con autismo, trovino le giuste risposte in termini di inclusione e valorizzazione, dove possano non solo ricevere, ma dare alla comunità tutto ciò di cui sono capaci.

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