Sedici buone prassi locali che testimoniano i valori della “Laudato Si'” raccontando il presente, il positivo, il bene che già c'è: sono i gesti concreti nati in questi anni. Dal turismo lento ed ecosostenibile alla cura del patrimonio naturale e culturale, dalla valorizzazione della terra e dei prodotti agroalimentari, agli esperimenti di riqualificazione urbana, realtà presenti sul territorio e ancora poco conosciute. Alcune di queste si sono “raccontate” attraverso una piccola esposizione allestita ieri nel chiostro del palazzo arcivescovile. L'Ostificio S. Giuseppe di Luca Mancuso e Lidia Beninati, nato nel 2016 a Mili Marina: un piccolo laboratorio artigianale (fra i pochissimi in Sicilia) che produce ostie; hanno ereditato la tecnica dell'umidificazione che conferisce la fragranza alle particole dalle Clarisse. Il Pastificio Terra di Santo Stefano di Antonino Crupi a S. Stefano Briga: nata negli anni '30 come azienda agrumaria e di castagne, oggi si è convertita alla produzione di farina (grazie al mulino inaugurato nel 2018), pasta e legumi. La Cooperativa di Comunità Valli Basiliane presieduta da Annalisa Currò, nata nel 2019 con il desiderio di recuperare e valorizzare i percorsi naturalistici della vallata di Cumia attraverso proposte di trekking escursionistici, enogastronomici e itinerari religiosi. Come loro anche l'associazione Katalos - coordinata da Sergio Ruggeri, Carlotta La Scala e Sonia Notore - nata nel 2015, si occupa della valorizzazione e del recupero delle tradizioni dell'antico borgo di Catarratti, grazie a una proposta culturale variegata. La sartoria sociale Kano dei coniugi Marica D'Amico e Ceesay Faburama del Gambia, nasce nel 2017 a Barcellona Pozzo di Gotto per creare un ponte fra le due culture. Oggi si avvale di una rete di artigiani che lavorano il wax, un tessuto di cotone africano reperito durante le missioni di cooperazione internazionale; produce abiti su misura, oggettistica casa, accessori, giochi per bambini e bomboniere solidali. Ieeng Solution di Paolo Carilli e Antonio de Marco è una delle aziende che ha sottoscritto il Patto di Rete; nata nel 2010, si occupa dello sviluppo di software informatici operando su tutto il territorio nazionale. «Il censimento delle buone pratiche ha permesso di scoprire tante belle realtà: aziende che attuano l'ecologia integrale, uomini e donne che hanno abbandonato il lavoro da dipendenti per realizzare un progetto produttivo con creatività e passione, aziende che hanno recuperato la vocazione agricola ed artigianale del territorio, promuovendo bontà di prodotti autoctoni e la bellezza di un territorio unico di fronte al mare», ha dichiarato Ernesto Spilotros nel presentarle.