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Una vita dedicata al recupero di detenuti: Michele e Cettina, i due missionari laici di Messina

Hanno dedicato la loro vita al Recupero (nomen omen...) dei detenuti nelle carceri

Nomen Omen. In premessa lo dice subito quando presenta ciò che fa: «Il mio cognome già indicava una strada». Michele Recupero, classe 1967, in una parola, può essere definito missionario a tempo pieno, e la sua opera, che oggi si concentra nelle carceri italiane con Crivop Italia Odv, l'associazione che presiede, è nata nella città dello Stretto. E la porta avanti con zelo e fede assieme a sua moglie Cettina. Vivendo praticamente in camper: «Era il 2006 quando ho mosso i primi passi nel mondo del volontariato – racconta Michele – e andavo a trovare i senzatetto. Allora facevo la guardia giurata, lavoro che poi ho lasciato, e mi appoggiavo ad altre associazioni e enti caritatevoli, tra cui ricordo il Don Orione, che preparava i pasti che ci tenevo a portare direttamente io. Sentivo in cuor mio che dovevo dare un contributo, anche se in tanti mi dicevano che non sarei riuscito a portare avanti questa mia "vocazione"».

Un giorno, però, sulla Gazzetta del Sud, Michele vede un annuncio per un corso di formazione di una comunità terapeutica che lo incuriosisce, organizzato dalla Lelat. Non ci pensa due volte e si presenta: «Conobbi Anna Maria Garufi – continua – e i primi detenuti che nella realtà da lei diretta scontavano la pena alternativa al carcere. Mi attiravano queste persone e soprattutto le loro storie di vita vissuta, e non appena la Garufi mi propose di andare a Gazzi ad incontrare i ragazzi con problemi di tossicodipendenza accettai di buon grado. Era il 2007» . Michele si sentiva utile per quei volti che incrociava e dal momento che le richieste diventavano sempre più numerose decise di fondare un' associazione che operasse nelle carceri, la Crivop Onlus, inizialmente, un acronimo che sta per cristiani volontari penitenziari.

«Eravamo in tre nel 2008 ma ricordo che le richieste piovevano da tutta Italia, anzi erano gli stessi i ragazzi che una volta trasferiti ci chiedevano se li potessimo raggiungere. E dalla Sicilia abbiamo cominciato un vero pellegrinaggio salendo per lo Stivale e via via abbiamo assoldato nuovi volontari formandoli». Un giorno però qualcosa nella famiglia Recupero dà una scossa di cambiamento. Sua figlia Deborah, infatti, dopo la maturità, decide di trasferirsi in Piemonte per fare un corso alla “Bulgari”: «Grazie a lei siamo approdati al Nord e nel febbraio del 2014 abbiamo fatto il primo corso a Marassi (Genova). Nel 2015 abbiamo costituito la Federazione Crivop Italia Onlus, con l' intento di raggruppare Sicilia, Calabria, Campania e Liguria, fino a quando nel dicembre del 2019 la Federazione Crivop Italia Onlus si è trasformata in una vera e propria organizzazione di volontariato nazionale. Le Crivop regionali sono state dismesse e oggi la Crivop Italia Odv conta oltre 130 volontari che portano speranza». I coniugi, però, ad un certo punto ricevono quello che definiscono un miracolo dal cielo, quando un loro sostenitore, che supporta la loro missione, li chiama per consegnargli una cosa che bramavano da tempo, un camper: «Sembrava un sogno ad occhi aperti perché spesso andavamo in concessionaria ma uscivamo a mani vuote non potendocelo permettercelo.

E dal primo agosto del 2015 io e mia moglie, che considero il secondo miracolo, dopo lo speciale mezzo a 4 ruote, l'abbiamo trasformato nella nostra casa. E non ci siamo più fermati con la nostra opera. Raggiungendo anche l'estero e smisurate realtà penitenziarie». E tanti sono i volti incrociati in questi anni. Tra questi Francois, ex narcotrafficante con un curriculum criminale pesante che definiscono oggi un uomo nuovo che sta scontando la sua pena pensando a un nuovo domani: «La sua storia è da incoraggiamento e ci porta a continuare anche se quotidianamente ci sono un sacco di ostacoli da superare. E quando le persone ci dicono “che venite a fare...”, io penso a quelli come lui e al fatto che le persone possono davvero cambiare. Anche se spesso in Italia chi commette un reato resta marchiato per sempre».

E in cantiere ci sono tanti altri progetti: «Ho un sogno grande. Realizzare il Crivop Village. Un luogo dove i detenuti possono essere accolti dopo che vengono scarcerati. Dove possano trovare un aiuto e non decidano di tornare a delinquere come spesso succede. Un architetto gratuitamente ha già fatto il progetto. Sono fiducioso». Michele Recupero e sua moglie Cettina vanno avanti sorretti da un fede smisurata e spinti da un grande amore, facile da predicare e difficile da praticare: «Ci spinge l'amore verso il prossimo. – conclude – E verso gli ultimi. E quando varchiamo le sbarre non ci soffermiamo sulle colpe da espiare ma sulla possibilità che si può dare». Come fece, in fondo, Cristo con uno dei ladroni in Croce.

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