«Se penso ad una bella immagine la mente vola a Massimiliano che corre e si rotola nella terra». Antonella Casablanca ci restituisce po’ l’anima dell’orto sociale “Alter Farm”, realizzato a Santa Teresa di Riva dall’associazione “Penelope Onlus” e dall’Help Center “Felicia Impastato”. Ma lei, concreta come una sognatrice, che di professione fa l’assistente sociale, più per vocazione in realtà, si sente solo un piccolo ingranaggio, un microcosmo rappresentativo a cui se ne legano svariati. Tutti diffusori di semi di bellezza di cui la società ha bisogno.
«Siamo impegnati in diversi fronti – racconta Antonella –, con l’orto andiamo avanti dal 2019, inizialmente tutto nacque con un progetto di servizio civile che si chiamava proprio “Alter Farm”, nome che abbiamo mantenuto. Avevamo l’obiettivo di coinvolgere adulti, minori e diversamente abili in un’attività di orticoltura. Anzi, era una sorta di laboratorio permanente che doveva accompagnare tanti ragazzi che seguiamo in un cammino verso l’autonomia. Da quest’anno, inoltre, abbiamo attivato il laboratorio di potatura e quello dei bonsai. E grazie ad un finanziamento della Chiesa valdese abbiamo presentato un progetto che si chiama “sementi indipendenti”, annesso all’orto, avviato nel novembre del 2020. E la Chiesa valdese, con il suo contributo, ci ha dato la possibilità di comprare attrezzature. Poi abbiamo anche coinvolto degli esperti volontari che ci stanno aiutando con questi corsi.
Quindi, esponenzialmente, pensandoci bene, abbiamo raggiunto più obiettivi di quelli che avevamo immaginato». Una bella sinergia, dove ha vinto la comunione di intenti. Lo spazio comunale era abbandonato, ma la bellezza era latente, e la vecchia piazzetta, con delle grosse aiuole, è stata completamente trasformata abilmente. Tanto che chi ha visto il classico “prima e dopo” è rimasto estasiato dal risultato: «Allo start – spiega – abbiamo coinvolto diverse associazioni, quella dei diversamente abili che si chiama “Dispari Onlus”, un comitato jonico dei beni comuni che si occupa di ambiente e che sul territorio è molto attivo nel campo della sensibilizzazione e che voleva dare il proprio contributo volontario. E devo dire che anche il Comune ha fatto la sua parte, con zelo ed entusiasmo, garantendo gli spazi. Oggi diciamo di essere sempre in itinere, ma siamo orgogliosi della strada fatta fin qui».
E la comunità ha risposto alla grande, perché “Alter Farm” regala frutti diversi. Infatti, tutto quello che viene coltivato, viene donato alle famiglie in difficoltà che sono state segnalate dal Comune: «Chi ci segue vede l’impegno e soprattutto ammira la finalità del progetto. E soprattutto i ragazzi, diversamente abili, si sentono parte attiva di una bella macchina di solidarietà». Dieci sono i ragazzi che popolano questo universo, uno zoccolo duro sempre presente, ed altri che si sono aggregati, ai quali si uniscono coloro che invece vogliono prestare il loro prezioso lavoro di volontariato. Una grande famiglia. Intanto, si pensa già ai prossimi obiettivi da raggiungere. «Il cammino è ancora lungo e deve coinvolgere tutti – conclude Antonella –, sicuramente bisogna vedere con gli occhi dell’altro, e creare percorsi autonomi, che si possano innestare e replicare ovunque».
In cantiere, anche un vivaio sociale, con un affascinante progetto, “Il loto blu, il vivaio delle diversità”, presentato dal Comune di Santa Teresa di Riva, in collaborazione con “Scirocco Onlus” e con il supporto dei partner “Penelope Onlus”, di cui Antonella è referente, e “Dispari Onlus”, che è rientrato tra i progetti finanziati dall’Anci, e vedrà crescere di pari passo le piante e tanti giovani pronti a “sporcarsi le mani”. E chissà che la storia di una piccola comunità messinese possa avere eco in tutta Italia e diventare un modello da cui prendere spunto.
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