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I "Pikini" di Martina, spopolano le bellissime bambole imperfette made in Messina

“I Pikini”, che in maniera assai singolare raccontano storie, miti e leggende e soprattutto insegnano tanto

«Ho voluto rendere visibile che tutti quanti abbiamo delle imperfezioni di cui possiamo fare tesoro. Ogni bambola porta un difetto, alcuni dettati dal fatto che sono artigianali, altri simbolici. E quindi la sirena è un po’ tondetta, o è un vero maschiaccio. Mi piace creare queste contraddizioni e rendere queste creature portatrici di qualche messaggio». Artista. Educatrice. Giocattolaia. La personalità di Martina Camano racchiude molte anime. E la fantasia esplode nei suoi giocattoli imperfetti, “I Pikini”, che in maniera assai singolare raccontano storie, miti e leggende e soprattutto insegnano tanto. Non a tutti, ma a chi ha orecchio e cuore per comprendere.

«Nella vita ho fatto tante cose – racconta Martina – sono originaria di Caronia ma vivo a Messina ormai da 13 anni. Prima ho lavorato con una compagnia teatrale mentre studiavo all'Università e poi ho iniziato un altro percorso come pedagogista- educatrice steineriana. Sono stata a Venezia». Teatrante nei campi più disparati, da aiuto scenografa a “aiuto a tutto”, come precisa sorridendo, ha messo in scena molti spettacoli per bambini: «Adesso è una fase di evoluzione e coltivo davvero tante passioni. E un giorno, pensandoci bene, mi sono chiesta perché non potessero diventare qualcosa di più strutturato, e in verità l'attività frutto delle mie mani sto cercando di farla diventare un lavoro». Ma nulla avviene per caso, perché la giovane si è sempre servita delle marionette per i suoi spettacoli. «I Pikini sono nati durante il primo lockdown perché mi sono sbizzarrita a fare tante cose in quel lasso di tempo. Ho realizzato la prima bambola, la sirena cicciona, perché mi sono sentita così in quel periodo e volevo rendere visibile quello che per gli altri era percepito come un difetto. Ed è stato terapeutico, perché io non volevo presentarlo come un'imperfezione ma come un pregio».

Martina così ha dato vita a un universo meraviglioso che incanta grandi e bambini con materiali assai semplici. Le sue creazioni, infatti, sono lavorate a maglia con i classici ferri da calza, cari alle nostre nonne, e fatto il tessuto, lo rifinisce, lo cuce e imbottisce con la lana cardata, ovvero la lana delle pecore spazzolata che assume questa consistenza a nuvoletta: «Tutto prende vita in maniera lenta e adesso mi fa sorridere il fatto che alcuni mi chiedano di realizzare dei Pikini per sé o per gli amici. E per questa tipologia di richiesta ho coniato un termine ben preciso, i “ritrattoli”, cioè prendo ispirazione da quella persona che magari ha un tratto caratteristico che io ritengo eroico e lo faccio diventare il punto di forza del personaggio reale».

Si è intestata, però, un'altra bella missione: «Respirare la meraviglia tipica dei bambini. Oggi tendiamo a focalizzare il nostro sguardo su tutto il brutto che c'è, su quanta spazzatura popola la strada, o quanta violenza irrompe. Realtà che purtroppo esistono. Io dico però che bisogna guardare anche altro. E fare come quando si entra in un giardino. Dove non esistono solo i bruchi che mangiano il verde ma tante piante che vanno annaffiate e che appena sbocciate regaleranno colore e meraviglia. Insomma, bisogna riappropriarsi della bellezza». Martina, che sui social è conosciuta come Martina Karamazov, in onore del celebre capolavoro di Dostoevskij, intanto pensa ai prossimi obiettivi e in mano custodisce un grande dono, la chiave personale della felicità, che riesce a farti discernere ciò che non vuoi fare nella vita: «Vado avanti. Di sicuro non mi voglio fermare qui».

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