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Messina: cinque generazioni, storia di una famiglia. E il Natale vissuto a distanza

Dalla trisavola Gerarda (71 anni) alla nipotina Giuliana (7 mesi) cinque generazioni, un unico “blocco”

Gerarda ha 72 anni, Giuliana ha 7 mesi. Tra loro scorrono cinque generazioni di splendida normalità. Quella stessa normalità che è stato l'ingrediente di vita più desiderato nel 2020. E forse è anche per questo che, tra tante storie, vale la pena raccontare la loro in questo Natale.

Gerarda e Giuliana sono trisavola e nipote di una famiglia come forse non ce ne sono più. Che vive in quella semplicità che non fa clamore, ma in cui in fondo vorremmo ritrovarci tutti. Che ha vissuto soprattutto di fatica, sacrificio, e fame. Si, fame. Gerarda ha origini calabresi come il suo Vittorio, di dieci anni più grande. Lei era ancora minorenne, si sono sposati nella sacrestia di una chiesa e poi si sono trasferiti a Messina: per anni ha cullato il sogno del vero matrimonio ed ha pianto quando le è arrivata la benedizione di Papa Giovanni. Sette figli, la secondogenita morta ad appena un anno e mezzo. Quel lutto, arrivato quando Gerarda era poco più che adolescente, è stato il primo grande dramma che ha dovuto affrontare. Il suo Vittorio lavorava per una ditta di impianti elettrici e coltivava un piccolo terreno in campagna, partiva da casa all'alba e tornava a tarda sera, ma i soldi non bastavano mai perchè i figli erano tanti: già sei quando Gerarda aveva appena 23 anni. Li ha cresciuti lavorando, come donna delle pulizie, badante e poi bidella. La più grande, Maria, a 9 anni era già una donnina, cucinava e lavava i piatti sollevandosi all'altezza del lavello in piedi su una sedia. «Prima abitavamo a Villaggio Aldisio e non era un bel posto – racconta Gerarda che veniva soprannominata "la carabiniera" per la sua intransigenza – molti fra i compagni dei miei figli si drogavano o sono morti in carcere, ma loro li ho fatti sempre rigare dritto, anche a suon di bastonate».

Una volta Antonio le portò tre conigli a casa, dopo qualche giorno scoprì che li aveva presi nel giardino di un vicino: «Ne ha prese tante, perchè se c'è un insegnamento che ho dato ai miei figli è quello di essere onesti». Poveri, ma onesti. «C'erano giorni – racconta la figlia – in cui mangiavamo pane duro bagnato nell'acqua e io passavo davanti ai panifici per sentire il profumo di quello caldo, poi tornavo a casa e aspettavo che mio papà mi portasse una mela, ogni tanto ci addormentavamo a pancia vuota». Vittorio, invece, portava a Gerarda il primo fico, ancora acerbo, cresciuto sul loro albero: «Ma è ancora crudo» obiettava Gerarda. «Non fa niente – rispondeva lui – il primo deve essere il tuo». Vittorio era pazzo per la moglie e per i figli, ma un brutto male lo ha portato via 22 anni fa. «Da allora – racconta "nonna Gina" così la chiamavano a scuola – nulla è stato più lo stesso».

Andrea, uno dei nipoti, ha un ricordo indelebile del nonno: «A Natale ci voleva tutti a casa, aspettava che entrassero i figli con le famiglie e non staccava la faccia dalla finestra finchè non arrivava l'ultimo». Anche Andrea, come la mamma e come i nonni, è un gran lavoratore, ha fatto mille mestieri: panettiere, pizzaiolo, cuoco, spazzino, ma il più bello, dice: «E' stato fare l'autista per studenti disabili, non volevano mai lasciarmi e a volte dalla scuola mi chiavano perchè erano irrequieti e con me ballavano e ridevano». Gerarda ha una caterva di nipoti, sedici in tutto. Ad uno di loro, Paolo, ha fatto anche da papà. «Purtroppo la vita è dura – dice nonna Gina – ma lui mi ha dato tante soddisfazioni, noi siamo una famiglia umile, uno dei miei figli è diventato brigadiere dei carabinieri, gli altri sono operai, muratori, Paolo è stato il primo laureato con 110 e lode. Quando ha fatto 18 anni, il dj gli ha chiesto di fare un ballo con i genitori. Mi ha presa e mi ha detto che mi doveva portare in cucina, mi sono ritrovata al centro della sala, gli detto che io non avevo mai ballato e lui ha detto, nonna, non ti preoccupare, ti porto io».

I nipoti le hanno dato tante gioie, anche quella di cinque pronipoti. In tutto in famiglia sono una trentina. Sette mesi fa l'ultima: il figlio di Andrea, Salvatore, ha avuto una bimba. Gerarda è diventata trisavola a 72 anni, Maria bisnonna a 58, Andrea nonno a 41. E Giuliana è l'ultima “perla” di questa grande famiglia. «Abbiamo affrontato tante difficoltà, anche momenti di scontro e divisioni – dice nonna Gina – in questo Natale a distanza, se c'è un messaggio che è giusto dare, è quello di non litigare, di essere uniti e vivere nell'amore, stringere i denti e ogni mattina, quando riusciamo ad alzarci e mettere i piedi per terra, ringraziare il Signore».

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