Silvia Bosurgi è la testimonial di “mare in-genere. Quando lo sport annulla la disparità”, l’evento sportivo organizzato da Posto occupato e alcuni centri di immersione in Sicilia e in Calabria, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu il 25 novembre.
“A 30 mi sono dovuta fermare perché volevo un figlio e non avevo tutele”- dice la campionessa olimpica, oro ad Atene 2004. Mare in-genere si inserisce tra le iniziative per la lotta alle differenze di genere come momento di scambio tra uomini e donne, annullando gli stereotipi per cui alcuni sport siano adatti solo agli uomini. Vela, subacquea, pallanuoto, windsurf sono solo alcuni degli sport che scontano una differenza tra uomo e donna.Il 23 novembre con una veleggiata simbolica fino a Torre faro e con un’immersione subacquea si commemoreranno le vittime invisibili della violenza contro le donne.
L’evento che avrà luogo il 23 novembre è stato organizzato da Francesca Frisone, istruttrice subacquea e Maria Andaloro, promotrice di Posto Occupato,campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Tra i promotori dell’iniziative anche una delegazione maschile che fa windsurf e sup: “abbiamo notato un incremento delle presenze femminili alle nostre regate e siamo contenti di avere tra noi delle istruttrici donna”-ha dichiarato Tommaso Landi del Windsurf club.
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