Da contrada Nasidi, piccola frazione di Librizzi, ai banchi del Parlamento europeo di Bruxelles. Quella di Maria Angela Danzì, da poco eletta eurodeputata tra le fila del M5S, è una storia di passione e tenacia, di sacrificio e abnegazione, di traguardi professionali raggiunti attraverso percorsi spesso dolorosi. Alle spalle una famiglia modesta - il padre muratore, la mamma sarta – ma granitica nella convinzione che lo studio serio e appassionato rappresentasse l’unica molla di riscatto. Sullo sfondo la Sicilia degli anni ‘60 del secolo scorso, con tutte le sue zavorre culturali: «Rispetto a molte mie compaesane sono stata fortunata. Mio padre – racconta lei stessa alla “Gazzetta del Sud” – mi ha sempre sostenuta nel mio percorso scolastico, perché solo l’istruzione poteva fornire uno strumento utile a superare le umiliazioni e i soprusi». Pochi anni dopo arriva la maturità scientifica conseguita al liceo “Amari” di Patti; successivamente la laurea, con lode, in Scienze politiche all’Università di Messina: «Per mantenermi agli studi – racconta la neodeputata - andavo a raccogliere nocciole». Poi la svolta lavorativa grazie al superamento del concorso per Segretario comunale indetto dal Ministero dell’Interno. I primi incarichi sono a Floresta e S. Domenica Vittoria, nella remota provincia messinese. Ma il rifiuto di piegarsi «a certi voleri» le impediscono di venire assegnata alla Sicilia: «Ho così deciso – racconta l’onorevole Danzì, parafrasando Sciascia – di seguire “la linea della Palma”, cercando un posto in cui il mio impegno nelle istituzioni fosse scevro dal condizionamento della politica». Ha così inizio una rapida ascesa professionale che la condurrà ai vertici dei Comuni di Genova, Vigevano, Sesto San Giovanni e Novara, fino ad approdare alla direzione generale della Provincia di Varese e della Città Metropolitana di Roma. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina