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Lombardo, Sciotto, Leanza e De Luca i messinesi all'opposizione: "Con Schifani ritorno al passato"

La spedizione di messinesi a Palazzo d’Orleans è nutrita anche sul fronte dell’opposizione. Anzi, è numericamente equivalente a quella che sosterrà l’azione di governo di Renato Schifani. Sono Cateno De Luca, come secondo candidato alla presidenza, i suoi compagni di partito Pippo Lombardo e Matteo Sciotto, Calogero Leanza del PD e Antonio De Luca del M5S.

Sud Chiama Nord

A mente fredda il movimento di Cateno De Luca ha colto la straordinaria portata dell’exploit nella doppia uscita elettorale. Lo sfogo del leader a Fiumedinisi per il mancato successo nella corsa a Palazzo d’Orleans, adesso lascia il posto ad analisi ben più ottimistiche.
«Diamo dieci alla nostra campagna – dice Pippo Lombardo che ha chiuso con 4.281 voti in una lista che, trainata da De Luca ha raccolto nel messinese a 35.457, la più votata in provincia – e sono felicissimo di un successo presso che completo. La doppia campagna elettorale non ci ha certo favorito. Una variabile che non si poteva calcolare come l’anticipo delle date delle elezioni che non ci hanno consentito di strutturarci al meglio in tutti i territori. Ma abbiamo sette deputati a Palermo e due a Roma dove siamo l’unica forza fuori dagli schemi tradizionali». Lombardo è il presidente di Sicilia Vera e il suo partito non ha superato lo sbarramento del 5% regionale. Sacrificato Danilo lo Giudice. «È stato l’effetto clientelare del voto strutturale che ha tagliato – commenta Lombardo – la lista meno trainante perché non aveva De Luca. Che ruolo avremo? Lavoreremo all’opposizione puntando a dimostrare che la buona amministrazione paga».
Matteo Sciotto va a Palermo accompagnato da 6.692 preferenze. Il sindaco di Santa Lucia del Mela ha fatto la differenza nella “sua” valle risultando il più votato in centri come S. Lucia, Pace, S. Filippo e Gualtieri. «Credo nel cambiamento della Sicilia e questo sentimento lo abbiamo trasmesso, tutti, nella nostra campagna elettorale – dice Sciotto –. La portata rivoluzionaria del nostro movimento non si conclude di fronte ad un secondo posto. La gente voleva esperienza e servizio per il territorio e siamo stati la loro risposta. Continuerò a servirli a braccetto con Cateno De Luca».

Movimento 5 Stelle

Antonio De Luca è l’unica conferma in seno all’opposizione. Ha stravinto la sfida interna al “movimento” staccando tutti (Vera Giorgianni e Giovanni Utano) in città e chiudendo con 2.237 voti. « Ci sono tante battaglie avviate nei cinque anni precedenti da portare avanti e nuove sfide da affrontare in nome e per conto dei messinesi. Non nascondo che è deludente dover assistere ad una continuità politica con il precedente esecutivo, con l'aggravante che questo governo nasce, come pubblicamente dichiarato dal neo presidente della Regione, anche grazie all'appoggio di personaggi come Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo che credevamo ormai bocciati dai siciliani. In altri termini il vecchio è tornato prepotentemente e puzza di stantio».

Partito Democratico

La sorpresa arriva dai Nebrodi. Ed è quella di Calogero Leanza che a 27 anni entra all’Ars, 21 anni dopo che il padre Vincenzo è stato ( ultimo messinese) presidente della Regione. L’avvocato messinese è passato nelle file del PD alla vigilia della campagna elettorale, dopo che a giugno, alle amministrative in città, ha partecipato con l’Udc alla “cordata” Croce.

Nelle terre di famiglia San Teodoro, dove il sindaco Valentina Costantino era candidata alle Politiche con De Luca, a Cesarò, dove c’era un omonimo nei 5Stelle e a San Fratello ha raccolto 700 voti che sono stati la base su cui ha fondato il successo che gli ha consentito di superare l’ex segretario della Cgil Giovanni Mastroeni e il segretario provinciale dei Dem Nino Bartolotta con 4.379 voti. «Contro lo tsunami De Luca ci siamo difesi unendoci verso l’obiettivo – dice il neo deputato –. Sono vicino alla gente e questo ha fatto la differenza. Nel Pd, di cui condivido i valori, ho la possibilità di fare politica e non solo competizioni elettorali. Lasciatemelo dire, non lascerò il partito ma resto per costruire il futuro».

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