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Crisi di Governo, i parlamentari messinesi: «Ora davvero qui cambia tutto»

Navarra: «Il Paese è dalla nostra parte». D’Angelo e Raffa respingono le accuse al M5S. Siracusano attacca i 5Stelle: «A causa loro l’Italia è uno zimbello»

Un conto è prefigurare scenari futuri, un conto è accorgersi che la corsa è finita, che ne ricomincia un’altra, subito, adesso, senza neppure avere il tempo di perderlo (... il tempo) che è, di solito, lo sport in cui eccellono i nostri politici. Si, qui e ora, cambia molto, se non tutto. E l’esercito di parlamentari messinesi si interroga su cosa accadrà da ora a Ferragosto, quando bisognerà presentare liste, candidature, simboli. Un’accelerata su tutti i fronti, con vista anche sulle Regionali di novembre. Insomma, un guazzabuglio.

Pietro Navarra

«Il Paese sarà dalla nostra parte. – lo scrive il deputato nazionale del Pd –. Il Partito Democratico, con il proprio voto, ha dato fiducia al governo Draghi e alla sua agenda per sostenere i redditi e ridurre il peso dell'inflazione, per fronteggiare la crisi energetica, per riformare il fisco e dare respiro alle imprese, per potenziare scuola, ricerca e università, per attuare gli investimenti e le riforme del Pnrr e per affermare un Europa più unita e più forte. La Lega di Salvini, Forza Italia di Berlusconi e della Ronzulli e il M5S di Conte, non votando la fiducia, hanno reso il Paese più debole e vulnerabile danneggiando gli italiani. Appare a tutti chiaro, quindi, chi persegue gli interessi nazionali con responsabilità ed equilibrio e chi li ostacola, inseguendo istanze populiste e sovraniste in preda a un'ossessione elettorale che riserverà loro un brutto risveglio il 26 settembre. L'agenda Draghi è la nostra agenda, che abbiamo difeso in Parlamento e che sosterremo in campagna elettorale, consapevoli che il Paese sarà dalla nostra parte».

Matilde Siracusano

La parlamentare di Forza Italia, in dolce attesa (non delle elezioni, ma del bimbo che sta per arrivare), sta riflettendo seriamente sulle vicende di questi giorni e sul terremoto politico interno al partito di Silvio Berlusconi. Qualche ora prima delle dimissioni di Draghi, Matilde Siracusano aveva espresso il proprio parere: «Grazie ai 5Stelle siamo lo zimbello d’Europa. Il mondo ride di noi e in Russia brindano con la vodka! Se personaggi come Conte-Casalino, Toninelli o la Taverna costringono una figura autorevole come quella di Draghi a dare le dimissioni significa che siamo diventati veramente una barzelletta tragicomica. Giuseppe Conte ha ceduto alle pulsioni più populiste del suo partito e sta per aprire una crisi al buio dalle conseguenze al momento indecifrabili. I grillini, dopo quattro anni passati in tre diversi esecutivi ad occupare poltrone e posti di potere, pensano così di ritrovare la verginità perduta e ripresentarsi al corpo elettorale come una forza anti-sistema con la pochette». Però, ora anche Forza Italia ha perso pezzi per strada e ad andarsene è stata proprio Mariastella Gelmini, che con Matilde Siracusano ha sempre percorso un cammino comune.

Grazia D’Angelo

La senatrice del M5S ribalta lo scenario: «Alle accuse d’irresponsabilità rispondiamo come abbiamo sempre fatto: lavorando nell’esclusivo interesse dei cittadini, cercando soluzioni alle difficoltà che incontrano ogni giorno, adoperandoci perché vengano adottate, e non smantellate, misure in loro sostegno. Come ha detto il nostro presidente Giuseppe Conte, siamo “l'unica forza che sta incalzando il governo sulle emergenze, l'unica forza che non ha paura di calibrare la propria azione politica in funzione della concreta realtà che il Paese sta vivendo”».

Angela Raffa

E un’altra deputata 5Stelle rincara la dose: ««Si vota il 25 Settembre. Bene, quindi iniziamo a mettere i puntini sulle i – scrive Angela Raffa –. Draghi è caduto non per colpa nostra ma per suo suicidio politico fondato sul tradimento di Forza Italia e Lega. Tanto è vero che da giorni tutti scrivono di nostre ulteriori divisioni, ed invece è stata Forza Italia a implodere con l’addio di Brunetta e Gelmini. Al Senato la fiducia è stata votata da 95 parlamentari su 315. Draghi aveva una maggioranza del 70% e poteva benissimo continuare anche senza di noi, tenendosi ben stretti Di Maio&Co...». E poi: «L’unica verità è che Draghi voleva i nostri voti per fare l’esatto contrario di tutto il nostro programma elettorale... Se cerca un colpevole della crisi ha bisogno di uno specchio e di guardare a quel Berlusconi che tanto calorosamente salutava».

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