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Santa Teresa di Riva, la sfida Bartolotta-Lo Giudice è generazionale

«Una città come questa non può avere soltanto due liste» commentava a mezzogiorno di ieri, nella centrale piazza Municipio, un cittadino desideroso di avere più alternative a disposizione. Ma anche questa volta, a Santa Teresa di Riva, a contendersi il governo locale saranno in due.
Alle 12 di ieri sul tavolo della segretaria comunale Rossana Giorgianni non è arrivata nessuna sorpresa dell’ultima ora, visto che le possibilità di una terza compagine erano svanite ormai da parecchio tempo, nonostante incontri e trattative andati avanti a lungo negli ultimi sei mesi. Una sfida che ancor prima che politica ed elettorale è generazionale, quella tra il sindaco uscente Danilo Lo Giudice, 35 anni, e Antonino Bartolotta, meglio conosciuto come Nino, che il 3 giugno di anni ne compirà 69. Il primo è entrato in Municipio da consigliere di minoranza a 21 anni, nel 2007, candidato nella lista che aveva proprio Bartolotta come candidato sindaco, che lo fece esordire in politica in prima persona “sotto l’egida” di Cateno De Luca: oggi è primo cittadino con alle spalle dieci anni di amministrazione, di cui cinque sulla poltrona più alta. Lo sfidante è stato consigliere sin dagli Anni ’80 e poi sindaco dal 1992 al 2003, il primo ad essere eletto direttamente dai cittadini alle elezioni del 1994, quando vinse al ballottaggio contro Carlo Lo Schiavo.
La continuità di un percorso iniziato ormai nel 2012, quando divenne inaspettatamente sindaco Cateno De Luca, oppure un cambiamento di rotta per riaprire le porte a chi le ha già varcate per tanti anni, ma si ripropone adesso con un progetto nuovo che presenta come unione di esperienza e innovazione? Questa la scelta che dovranno fare gli elettori il 12 giugno. Lo Giudice ha presentato la lista “GoverniAmo Santa Teresa-Sicilia Vera” confermando otto amministratori uscenti, gli assessori Annalisa Miano, Gianmarco Lombardo, Domenico Trimarchi, Ernesto Sigillo e i consiglieri di maggioranza Domenica Sturiale, Mariella Di Bella, Dario Miano e Santino Scarcella, ai quali si sono aggiunti il consigliere indipendente Carmelo Casablanca (proveniente dall’opposizione), Carmelina Cassaniti (dirigente nazionale Fenapi e consigliera dal 2012 al 2017) e poi Vanessa Triolo e Jordan Soraci, entrambi alla prima esperienza. Il sindaco ha perso nell’ultimo scorcio di legislatura i consiglieri Santino Veri e Cristina Pacher, candidati nella lista di Bartolotta, mentre Rosario Pasquale e Anna Dominici hanno deciso di non proseguire per motivi personali. In caso di vittoria sarà riconfermata la giunta uscente, mentre la presidenza del Consiglio sarà divisa tra Domenica Sturiale (tre anni) e Mariella Di Bella (due).
Nino Bartolotta torna in campo con la lista “Noi per Santa Teresa di Riva”, con cinque candidati che arrivano dall’attuale Consiglio comunale (Veri e Pacher dalla maggioranza, Antonio Scarcella, Giuseppe Migliastro e Lucia Sansone dalla minoranza) e Roberto Moschella, consigliere dal 1994 al 1998 e dal 2007 al 2012, mentre gli altri sono tutti alla prima candidatura. Più complicata, in questo caso, la designazione degli assessori: a Fabio Palella, consigliere per tre volte dal 1998 al 2004 e poi dal 2007 al 2012, si è aggiunto l’ultima notte Fernando Nitopi, figlio dell’ex amministratore Santi, venuto a mancare nel 2020, consigliere e assessore tra gli anni Novanta e Duemila con Bartolotta e commissario della Lega a Santa Teresa dal 2019 fino alla sua scomparsa. Nino Bartolotta aveva comunicato martedì pomeriggio che il secondo nome per la giunta era quello di Agatino Vinci, consigliere e assessore a Furci Siculo dal 1998 al 2009, ma è dovuto tornare sui suoi passi dopo l’aut aut di un componente della lista, che ha fatto presente all’aspirante sindaco che avrebbe ritirato la candidatura fosse stato confermato il nome di Vinci, non gradito a tutti. E così l’assessore “in pectore” è stato fatto uscire di scena martedì sera e ieri è stata depositata la lista.
«Dobbiamo andare avanti, sempre dritti sulla buona strada – ripete il sindaco in carica – è fondamentale non interrompere i percorsi intrapresi e il cambiamento non si può fermare». Lo sfidante spiega di essersi candidato «per dare respiro e dare un’altra possibilità alla gente di avere qualche risposta che non c’è stata in tutti questi anni; si possono fare tante cose – dice – per le quali la politica e il Palazzo hanno rinunciato in partenza in questi anni, cose che loro non hanno saputo fare, tutto quello che è stato consegnato come speranza e non è stato realizzato». Una sfida che “accenderà” la campagna elettorale.

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