«Fare o non fare, non esiste provare». Franco De Domenico cita Star Wars per chiudere la sua prima, vera convention da candidato sindaco del centrosinistra. Una convention classica nel suo svolgimento, con tempi serrati, la folla a largo Seggiola e le poltroncine gremite dentro il cinema Lux. «Non si vedeva così tanta gente al cinema dai tempi pre-Covid», sorride qualcuno. Lo stile è senza fronzoli, scaletta classica: prima i big di partito – il responsabile enti locali del Pd Francesco Boccia, il segretario siciliano dei Dem Anthony Barbagallo e la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani –, poi il candidato sindaco. De Domenico non nasconde l’emozione e per aiutarsi ricorre al leggio con sopra un canovaccio, sul quale nei primi minuti l’occhio cade spesso, poi, una volta rotto il ghiaccio, l’ex dg dell’Università ed ex deputato regionale («100 atti parlamentari, tutti per Messina», rivendica) tende quasi ad andare a braccio. Il primo a parlare è Boccia, che non fatica a mettere nel mirino l’ex sindaco De Luca: «Mi sono chiesto più volte cosa fosse successo in questi anni a Messina. Ci vuole lo Stato, ma a Messina lo Stato... non c’è stato. Messina ha avuto un sindaco-padrone, che ha fatto passare l’idea che tutto si potesse fare senza lo Stato». Aggiunge: «Il danno che ha fatto col Pnrr al capoluogo e a tutta la città metropolitana è evidente». E conclude: «I messinesi che hanno consegnato la città a questo sindaco disastroso hanno capito la lezione e si affideranno a uno dei suoi figli migliori. Non è questo il tempo del voto di pancia, ce lo chiede la crisi internazionale, se non fosse bastato il Covid». Il voto “responsabile” viene evocato anche da Debora Serracchiani: «Non avete bisogno di un sindaco che vi faccia divertire, che sia simpatico in qualche video, avete bisogno di un sindaco che sappia amministrare. Se Messina scala posizioni, è tutta l’Italia a crescere. Franco – dice la deputata, rivolta a De Domenico –, hai un enorme responsabilità». Tra Boccia e Serracchiani è il turno di Barbagallo. Il quale, come spesso accade, preferisce puntare il mirino su Nello Musumeci («una vergogna che la finanziaria arrivi il 28 aprile in Aula»). Tra i suoi endorsement ne viene fuori uno per la consigliera Antonella Russo (papabile assessora?), oltre a quello, naturale, per De Domenico: «All’Ars siamo stati compagni di banco, è la dimostrazione della qualità della nostra classe dirigente. Ci vuole concretezza, ci vuole normalità». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Messina