Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Eccoli, sono i cinque candidati a sindaco di Messina

Federico Basile
Franco De Domenico
Salvatore Totaro
Maurizio Croce
Gino Sturniolo

Eccoli, i cinque candidati alla sindacatura. Sotto i riflettori di Rtp, nel salotto di “Scirocco”, il talk condotto da Emilio Pintaldi, e con in studio il redattore della Gazzetta del Sud Sebastiano Caspanello, si sono presentati alla città. Il più giovane è Federico Basile, 44 anni, Maurizio Croce ne ha 50, Franco De Domenico 59, Gino Sturniolo 60, Salvatore Totaro 63.

Liste e curriculum

Le liste a sostegno di Basile saranno nove, otto quelle che appoggeranno Croce, cinque quelle per De Domenico, due con Totaro e una con il logo di Messina in Comune per Sturniolo. Basile è commercialista, è stato revisore dei conti e direttore generale al Comune. Croce è alto dirigente statale, soggetto attuatore per la lotta al dissesto idrogeologico in Sicilia ed ex assessore regionale al Territorio e Ambiente. De Domenico è stato il direttore amministrativo dell’Ateneo e il vicepresidente dell’Ersu, presidente di un Istituto bancario e già deputato regionale. Totaro è medico, docente universitario, per vent’anni ha operato da cardiologo al Policlinico, è impegnato nel sociale. Sturniolo è bibliotecario alla “Giacomo Longo”, militante in politica da quando aveva 15 anni ma senza mai tessera di partito, attivista, già consigliere comunale.

Federico Basile

«Sono il candidato di Sicilia Vera, di cui De Luca è il leader regionale. Io rappresento la continuità ma il progetto è mio, io non devo smarcarmi da nessuno, non c’è alcuna necessità di sfatare alcun mito. Quello che mi accomuna a De Luca è la concretezza dei fatti, quelli che abbiamo portato avanti in questi tre anni». Risponde così, Federico Basile, a chi lo ha definito “l’ologramma” dell’ex sindaco di Messina: «Ognuno ha la sua storia, io sono Federico Basile, abbiamo un vantaggio rispetto a tutti gli altri, il mio programma è quello che già esiste, che è stato votato nel 2018, quello della Messina bella, accogliente e produttiva, oggi più che mai attuale. Un programma avviato già per circa l’80 per cento, dobbiamo attuare il restante 20 per cento e poi andare anche “oltre”. Se oggi parliamo di risorse che arriveranno in città, è perché l’Amministrazione uscente ha predisposto un parco di progetti, ha avviato strumenti che hanno attratto i fondi, nessuno può negare l’evidenza. Il nostro programma sarà l’evoluzione di quello che è stato fatto e lo presenteremo il 15 maggio, a piazza del Popolo». Basile ha ribadito due “no”: a Montemare («Ma amplieremo a otto i Quartieri») e al deposito Gnl a Pistunina («Una scelta scriteriata»). Ha lanciato un’idea: «La realizzazione di una grande Arena nella Zona falcata». Abbiamo bisogno di una diversa interlocuzione con il Governo siciliano. Ha riaffermato la necessità che «il sindaco eletto abbia consiglieri comunali dalla sua parte, De Luca è stato il sindaco che ha fatto di più nella storia di Messina senza avere neppure un consigliere eletto nelle sue liste». Sulle baracche, secondo Basile sono gli altri «a far demagogia: se il Risanamento ha avuto una svolta, lo si deve a Cateno De Luca. Tutti gli altri sono venuti dietro lui». E sul sostegno della Lega, ha chiarito: «Nino Germanà ha creduto al nostro progetto, come tanti altri, noi dal 15 febbraio lanciamo appelli alla partecipazione, la nostra è una squadra inclusiva».

Franco De Domenico

Rilancio della città attraverso sviluppo e lavoro, riorganizzazione della macchina amministrativa, riqualificazione ambientale e pacificazione. Sono i principali temi programmatici del candidato di Centrosinistra. De Domenico “uomo di Navarra”? C’è un “inciucio” con il Centrodestra per evitare che vincano Basile e De Luca? «Discorsi da cortile – replica –, non è un mistero che Navarra volesse creare uno schieramento più ampio per contrastare l’emergenza democratica rappresentata da De Luca, nel Centrosinistra è prevalso un ragionamento politico e si è trovata la sintesi nella mia persona. Rivendico l’amicizia con Pietro Navarra, persona seria, credibile, autorevole e corretta, ma rivendico altrettanto la mia piena autonomia professionale, amministrativa, politica e gestionale». Il «no a Montemare» è accompagnato da un impegno: «Comprendo le ragioni del referendum non la soluzione proposta, da sindaco metterò al centro le periferie e il tema del decentramento». Sul Risanamento, De Domenico dice di riconoscere «anche i meriti dell’ex sindaco, mentre la Regione siciliana è stata la grande assente. L’unità per raggiungere certi obiettivi è essenziale. Non è importante chi sia il commissario». Il coinvolgimento degli accorintiani «è avvenuto grazie alla mia figura, che è stata riconosciuta come autorevole». Il Ponte? «Idee diverse tra noi ma ditemi: quanto hanno inciso i sindaci degli ultimi 40 anni sul Ponte?». La squadra? «Non è escluso che sia Valentina Zafarana vicesindaca, non abbiamo avuto tempo di definire questi aspetti. Non abbiamo premura».

Maurizio Croce

Anche su questo fronte, l’accusa è di non essere “autonomo”. «Io candidato di Genovese? Ogni competizione elettorale vede confrontarsi le forze politiche che sono in campo. Non ci vedo nulla di strano. Basile fa riferimento a Sicilia Vera il cui padre padrone è Cateno De Luca, il Centrosinistra ha varie forze politiche tra cui c’è anche Navarra ma non solo lui e all’interno del Centrodestra c’è Francantonio Genovese, ci sono Picciolo, Elvira Amata e altri. È sbagliato ridurre la mia candidatura a una persona. E sulla mia libertà e autonomia nelle scelte da sindaco, nessuno può e deve dubitare». Nessun “accordo sottobanco” con il Centrosinistra: «Sarebbe illogico. Il ballottaggio è un’elezione “ex novo”. Oggi concorriamo tutti per vincere». Sul Referendum: «No a Montemare, condivido le motivazioni, non lo strumento». E no anche al deposito Gnl di Pistunina, sì invece a che la Fiera passi nelle competenze del Comune e che i poteri commissariali del Risanamento vadano assegnati al sindaco.

Salvatore Totaro

Il candidato di Ftl e Ucdl ha un chiodo fisso: «Vogliamo riportare la città a condizioni di vivibilità per tutti, partendo dalle periferie. Nei villaggi non ci sono più centri di aggregazione per giovani e anziani. La politica deve dare gioia ai cittadini, non i cittadini far godere la politica. In questi giorni, abbiamo ascoltato tanta gente». E sui vaccini Totaro chiarisce: «Sono un medico che cura, che visita a casa, che fa diagnosi, sono stato sospeso per un difetto di comunicazione tra Asp e Regione. Ho curato duemila pazienti e li ho guariti, non avevo garanzie sull’esperienza vaccinale anti-Covid ma non sono mai stato un “no-Vax”». E ora da medico-sindaco vuol guarire la città. Ritiene di essere la vera novità: «Siamo in un ristorante dove ci sono precotti e surgelati, noi siamo il piatto nuovo». Tanto spazio «alla bellezza e alla cultura». Su Montemare: «Non si doveva fare questo Referendum, sono per il no». E no anche al deposito costiero Gnl. Come primo provvedimento, «voglio ricompattare tutta la macchina amministrativa, il Comune oggi è disarmato». C’è un’assessora designata, Daniela Conti, ma entro la prossima settimana avverrà la presentazione della squadra a piazza Cairoli.

Gino Sturniolo

Non vuol tornare a parlare della rottura con Renato Accorinti: «Nessuno ha tradito nessuno, non eravamo semplicemente d’accordo con quel modo di amministrare». Sturniolo rivendica, però, l’assoluta distanza con l’attuale Centrosinistra: «Siamo costitutivamente alternativi al Centrosinistra, mai partecipato al loro tavolo e tanti tra coloro che sostennero Renato nel 2013 sono con noi». Su Montemare: «Noi pensiamo che quei villaggi sono Messina e vorremo che restassero, però devono decidere loro, noi non voteremo, non conviene neppure a loro staccarsi». Sul deposito Gnl: «È pericoloso perché una scelta illogica ed è un regalo ai privati». Annuncia i primi due assessori: Barbara Bisazza, architetta e Antonio Currò, dell’Unione inquilini, impegnato da anni nelle lotte per l’abitare. Promette assunzioni al Comune: «Il Palazzo è stato svuotato, i lavoratori non possono pagare le scelte scellerate della politica, una tendenza che non riguarda solo Messina. Si è risparmiato in buona parte sul personale. Il Piano di riequilibrio, come il dissesto, sono strumenti penalizzanti. Noi abbiamo scritto una lettera agli altri candidati ponendo la questione della necessità di stabilire una nuova interlocuzione con il Governo, se ne esce solo se cambiano le norme, il sindaco deve farsi portavoce di un’iniziativa nazionale. Noi vogliamo ripartire dal clima e dal paesaggio, Messina deve diventare la città del mare e dello sport, la sua identità, che il Ponte sfregerebbe». Ci crede, Sturniolo, alla possibilità di vincere: «L’elettorato è sempre alla ricerca dell’irregolare, e sapete perché? Perché il regolare non convince e non può offrire le risposte. Mi ispiro alla campagna elettorale del 2013 e oggi siamo convinti che la disobbedienza possa andare al governo della città».

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