Giornata di raccolta di firme, quella del candidato sindaco di Sicilia Vera Federico Basile, e di definizione di altri aspetti del programma che sarà sottoposto alla scelta degli elettori, insieme con la squadra di governo della città. Ancora una volta Basile batte sul chiodo fisso dell'unità territoriale di Messina (secco il “no” all'istituzione del nuovo Comune di Montemare, oggetto della consultazione referendaria del prossimo 12 giugno) ma anche sulla volontà di mettere mano, fin dai primissimi giorni, nel caso di elezione, alla riforma del decentramento amministrativo, ampliando le Circoscrizioni e dotandole di poteri più efficaci e di risorse finanziarie certe, così da poter rispondere alle esigenze immediate della popolazione.
Sul piano strettamente politico, tiene banco, invece, la polemica tra la Democrazia cristiana, o meglio la “Dc nuova” di Totò Cuffaro (per non confonderla con la Dc storica, che appoggia Basile) e Cateno De Luca.
«Mi ero determinato nel non rispondere alle farneticazioni di De Luca - esordisce così l'ex presidente della Regione siciliana -, come è giusto, l'ho sempre rispettato. Ma come dicevano i latini “Est modus in rebus”, cioè c'è un limite a tutto. De Luca se la canta e se la suona. La Democrazia cristiana, nel rispetto del candidato Basile, non ha mai immaginato di stare con lui. De Luca - continua Cuffaro - ha fatto un'apertura alla Dc, tra l'altro piena di diktat, e la Dc l'ha educatamente rifiutata. E qui finisce la mia risposta politica. Per quella personale, non so di quali affari parla De Luca e non c'è traccia di sue prese di posizione in tal senso in Assemblea regionale e della sua attività parlamentare rimane soltanto il suo spogliarello avvolto nella bandiera. Mi rimprovera che invece di fare il francescano in Burundi sono tornato a fare politica. Questo è merito suo, nel senso che ho avuto il terrore di lasciare la politica a gente come lui e allora mi sono convinto a tornare. Non si preoccupi, tornerò in Burundi e spero di portarlo lì, so di fare un torto ai Burundesi ma farò una cosa buona per i siciliani».
A stretto giro di posta, arriva la controreplica di De Luca: «Ringrazio Cuffaro per l'involontaria pubblicità che sta facendo alla mia candidatura a presidente della Regione. La sua presa di distanza da me non fa che rafforzarmi. Quanto alle critiche sul mio operato da deputato regionale mi vedo però costretto a rinfrescargli la memoria. Capisco che certe vicende dolorose incidano sulla memoria di chi le ha vissute, ma basta leggere gli atti parlamentari della finanziaria regionale 2007 per rendersi conto di come il governo Cuffaro del tempo abbia svenduto i beni immobili della Regione siciliana con la finanza creativa del suo cerchio magico. Sempre durante il governo Cuffaro del 2007 si legittimarono migliaia di assunzioni di tirapiedi e lacchè politici assunti per chiamata diretta nelle partecipate e nel sistema Ato rifiuti, con miliardi di debiti poi addossati sui bilanci degli Enti locali.
Siamo di generazioni diverse con Cuffaro e diverso da lui voglio rimanere. Lotteremo con il popolo di Sicilia Vera per evitare che la politica tentacolare continui a tenere sotto scacco la nostra amata terra. Cuffaro - insiste l'ex sindaco - fa parte di quella “banda bassotti politica” che nomina dirigenti generali i propri fratelli e familiari e pretende pure di essere “assolto” dopo aver massacrato intere generazioni di siciliani. La verità è che i vari Cuffaro e Lombardo stanno impazzendo perché i loro approcci nei miei confronti non sono andati a buon fine, perché io sono De Luca, non Musumeci, e non intendo mangiare la mela del peccato. Non sono come l'attuale presidente della Regione che a parole condanna la “vecchia politica” e poi nomina Silvio Cuffaro, fratello di Totò, direttore del Dipartimento Finanze della Regione siciliana, sperando di ricavarne consensi elettorali. Io non bisogno di andare in Burundi per fare scena e finto volontariato per rifarmi la verginità perché grazie anche a Cuffaro la nostra Sicilia ha bisogno di uomini e donne oneste che possano riparare ai disastri lasciati dai governi del “vasa vasa”».
De Domenico
Il candidato sindaco del Pd e di altre componenti del Centrosinistra assicura, al primo punto del suo programma, la riorganizzazione della macchina amministrativa nella direzione dell'efficienza e della vicinanza alla gente». Ed è stata proprio un'altra giornata di «ascolto dei problemi, delle speranze, delle paure e delle denunce dei messinesi per tutto quello che non va e che vorrebbero fosse cambiato», quella vissuta da Franco De Domenico, a conclusione della terza tappa tra i villaggi della zona nord. «Ho incontrato uomini, donne, ragazzi e anziani - spiega l'ex deputato regionale -, ribadendo che gli effetti di un'amministrazione efficace si poggiano su un'organizzazione della struttura comunale in grado di dare risposte concrete e nei tempi giusti ai cittadini, in tutte le aree della città'. Puntiamo, quindi, tra le prime azioni della mia Giunta, a riorganizzare la macchina amministrativa, partendo da un principio per il quale non ammetto compromessi: la legalità non è un obiettivo, ma un nostro presupposto».
E il candidato sindaco è stato proprio in quei villaggi dai quali è nato il progetto del nuovo Comune di Montemare. De Domenico, infatti, ha visitato Gesso, Salice, Castanea, Massa San Giorgio e Massa Santa Lucia: «Lo sviluppo di queste aree passa anche dall'agricoltura, che significa occupazione, ma contemporaneamente tutela del territorio, un tema fondamentale, viste le ferite che queste colline, dagli incendi alle frane, hanno subito». Sul Referendum, nessuna dichiarazione ufficiale, ma la volontà di tenere insieme tutti i quartieri e i villaggi messinesi, valorizzandone le specificità, le particolari bellezze e vocazioni.
E ieri, per De Domenico, è arrivato un esplicito “endorsement” da parte della sottosegretaria alla Pubblica istruzione Barbara Floridia. I 5Stelle fanno parte dell'alleanza con il Partito democratico, ma l'esponente del governo Draghi ha voluto dare anche il primo “imprimatur” personale alla candidatura del segretario del Pd: «Il tempo trascorso insieme con Franco De Domenico, candidato sindaco a Messina della nostra coalizione, mi conferma, ancora una volta, che abbiamo fatto la scelta migliore per la città. Ne ho apprezzato la competenza, la profonda conoscenza del territorio e delle diverse peculiarità. De Domenico ha una chiara progettualità e la sua empatia, la vicinanza con le persone sono valori importantissimi e che possono risultare vincenti». E alle dichiarazioni della senatrice Floridia, sono seguite quelle dello stesso De Domenico: «Le parole della sottosegretario Floridia mi onorano e la sua presenza nei villaggi è un segnale importante per una Messina dove ogni quartiere deve sentirsi centro, e al centro. Ne dobbiamo valorizzare le peculiarità naturali, le attività produttive locali, l'agricoltura, l'accoglienza, magari considerando un sistema di agevolazioni fiscali vantaggiose per coloro che decidono di vivere e sostenere il tessuto socioeconomico di quelle aree. Nella coalizione che mi sostiene abbiamo raggiunto una visione comune e unità di intenti. Abbiamo compreso insieme che non è più tempo di fare promesse, ma di prendere impegni. Il mio sarà massimo e carico di passione per la mia città».
Dal punto di vista programmatico, De Domenico e Barbara Floridia hanno concordato anche di dare grande spazio al tema, considerato essenziale per il futuro di Messina, delle politiche legate al settore della Pubblica istruzione e dell'edilizia scolastica. Nei prossimi giorni, proprio su questo fronte, il candidato sindaco lancerà alcune proposte che riguardano il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza e la lotta agli inquietanti fenomeni della dispersione scolastica.
Caricamento commenti
Commenta la notizia