Una vittoria meritata, al termine di un confronto avvincente, ha regalato la fascia tricolore a Nino Genovese, che da ieri è ufficialmente il sindaco di Falcone, dopo la proclamazione avvenuta nel pomeriggio all'interno di una gremita sala consiliare. Il nuovo reggente del Comune, 50enne sindacalista della Cgil, è stato salutato da tanti cittadini curiosi e supporter appassionati, corsi ad acclamare il vincitore dell'ultima tornata elettorale, conquistata sui titoli di coda contro il medico Andrea Paratore. Presenti alla prima apparizione ufficiale del neo sindaco anche l'avversario e una delegazione dei nuovi consiglieri di opposizione, compreso l'ormai ex primo cittadino Carmelo Paratore, fratello del candidato sconfitto. Un abbraccio collettivo ha salutato Nino Genovese, che ha ricevuto pubblicamente anche quello dell'avversario con il quale si è sfidato colpo su colpo, vincendo per soli 38 voti. Paratore sarà il principale riferimento dell'opposizione che, in realtà, conterà più consiglieri della rappresentanza a supporto del vincitore, in virtù di una conta delle preferenze che ha visto primeggiare di soli cinque voti la “coalizione perdente” 935 a 930. Servono rigorosamente le virgolette, perché la legge regionale 35 del 15 settembre 1997, in materia di elezioni per gli enti locali, recita che “qualora altra lista non collegata al sindaco eletto abbia ottenuto il 50 per cento più uno dei voti validi, alla stessa è attribuito il 60 per cento dei seggi. In tal caso alla lista collegata al sindaco è attribuito il 40 per cento dei seggi”. A ragione di legge, quindi, visto anche che il Comune di Falcone supera i tremila residenti (3.339 aventi diritto al voto), alla coalizione che ha supportato Andrea Paratore sono stati assegnati 6 consiglieri: lui stesso, come candidato sconfitto che ha superato il quorum previsto, più Monica Barbara La Macchia (237), Antonino Donato (205), Santo Mancuso (189), Marco Filiti (180) e Calogera Calà (178), quest’ultima l’unica a ritornare in Consiglio tra le file della formazione “Insieme possiamo” dopo l’esperienza alla presidenza dell’Aula durante l'ultimo mandato. Sarebbero bastati solo tre voti in più alla formazione di Genovese, nel computo del duello e rispetto a quelli totalizzati nella due giorni di voto, per entrare in consiglio comunale con il pieno dei sette rappresentanti previsti per la maggioranza (restano fuori la giovanissima Ylenia Ferrara, Katiuscia Napoli e Francesco La Spada). Voti mancanti che avrebbero ulteriormente colorato una cavalcata impressionante. Invece, per certi versi, si tratterà di una sorta di maggioranza relativa, una “vittoria a metà” che nelle previsioni potrà recare non pochi grattacapi al nuovo esecutivo del sindaco Genovese, chiamato già agli straordinari e agli appelli alla collaborazione. A fianco del primo cittadino ci sarà innanzitutto una delle due assessore designate, l’operatore giudiziario e della pubblica amministrazione Valentina Certo, la più votata con 303 preferenze, che nell'immediato manterrà il doppio incarico di controllore e controllato. Spazio e consensi anche per l'ex consigliere di opposizione, l'osteopata Carmelo Caliri (202 voti), l'elettricista Salvatore Famà (176) e per il ritorno al Palazzo municipale dell'ex primo cittadino Franco Campagna (232), che guidò il paese dal 1997 al 2000.