“Noi siamo già al ballottaggio”. Bramanti e De Luca alzano il sipario sulla più attesa delle uscite politiche della settimana, provando a mostrarsi distinti ma non distanti. Sembrano sicuri del fatto loro quando si sentono in vetta ai sondaggi. “ A questo tavolo c'è il prossimo sindaco di Messina” dice De Luca e Bramanti risponde, certo vincerò io al primo turno.
Un patto per Messina lo definiscono, quello fatto di fair play e rispetto fra i candidati che però potrebbe andare oltre. Anche oltre le smentite.
“Correremo ognuno per fatti nostri e l'uno è l'avversario dell'altro” dicono, ogni volta che possono, in una sala stracolma, alla faccia di chi pensa che poi la politica non interessi a nessuno.
Però ci sono passaggi del documento che hanno sottoscritto che lasciano intendere che la loro stretta di mano, lo scambio di libri regalo, al di là della messa in scena- un po' come quella della maglietta “ a ciascuno il proprio mestiere del deputato reduce dalla maratona all'Ars – qualcosa la sottintendano. La frase “ i candidati avvieranno un confronto costruttivo, trasparente ed aperto a tutti i contributi che da entrambe le parti potranno pervenire. Al termine del confronto partecipato, che si potrà articolare con modalità e tempi da definire, saranno resi noti, sempre pubblicamente, i contenuti e l’esito finale di questo nuovo metodo”, sembra più un'ipoteca d'accordo che un semplice quanto scontato patto di fair play, che dovrebbe stare nelle cose.
E giù di nuovo. “Nessuno di noi si ritirerà per far spazio all'altro o per appoggiarlo” dicono all'unisono ma il tema degli insulti resta dirimente.
De Luca ha attaccato Bramanti ed il suo entourage parlando di lobby e che il professore è il prodotto della politica che ha rovinato la città. E oggi? Il professore glissa e ci mette una pietra sopra guardando avanti e puntando sulle sue capacità”. E De Luca? Non fa un passo indietro, “Sono problemi che deve risolversi lui”.
Poi frecciatine per Antonio Saitta e Gaetano Sciacca perchè per esempio l'ex sindaco di Fiumedinisi ammette di non avere la pacata meditazione di Bramanti e che ogni tanto è sopra le righe, ma d'altro canto – dice- “Ho un buon neurologo”, riprendendo la battuta di Sciacca di oltre il tg.
Ci provano a tenersi distinti, e si appoggiano sui programmi per convincere tutti “ Io il tram lo alleggerirei ma certo non lo toglierei – dice l'ex direttore dell'Irccs- e poi non faccio nemmeno il croupier riferendosi alla proposta di De Luca di fare un casinò al posto di palazzo Zanca. Ma davvero siano sicuri, per restare in metafora, che il professore e l'onorevole abbiano davvero messo tutte le carte sul tavolo?
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