Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tommaso Paradiso, quell'intimità informale ed esplosiva che ha infiammato Taormina

Scanzonato, sensato (ma non troppo), libero, coinvolgente e con un'impronta svagata ma al contempo nostalgica: tutto questo è (davvero) senza steccati il cantautore romano sul palco

Energia pura, una valanga di emozioni, un pubblico in visibilio, un'atmosfera magica «tra la strade e le stelle, tra noi»: ecco Tommaso Paradiso a Taormina. Zero steccati tra lui e la gente, fisicamente e platonicamente. L'ex frontman lascia più volte il palcoscenico per raggiungere la platea, immergendosi nel calore dei suoi fans, assaporando tutto il piacere di sentirli, viverli e respirarli. Come se non fosse nemmeno un concerto, respirando aria di casa, dello stupendo stare insieme, del condividere l'amore per le emozioni e la musica. Una scarica d'adrenalina fortissima. Una canzone dopo l'altra, una battuta dopo l'altra. Sorseggiando vino nella scenografica da lido, con tanto di cabine.

Tommaso sulla scena canta e parla. Si diverte a stare fra amici, a raccontare un percorso, uno stile, una band. A sorprendere quando annuncia spaccati dell'essere riflessivi per annunciare la travolgente “Riccione” che fa esplodere il Teatro Antico. Stracolmo, tutto in piedi per l'intera esibizione, senza fermarsi un attimo. Intimità da falò e divertimento da Capodanno, c'è tutto in un serata unica, da vivere d'un fiato. Tra dediche, gag, baci, citazioni, narrazioni, influenze e storie di tutti i giorni.

Resta l'impronta indie che per parte della critica "Tommy" ha tradito, mentre per altra le ha dato luce in Italia per poi renderla pop. Forse la verità sta nel mezzo ma ciò che più importa, al diamine gli integralismi, è che lo “Space Cowboy” funziona. Caspita se funziona. Scanzonato, sensato ma non troppo, libero, coinvolgente, informale come se fosse rimasto in un circolo di Roma Nord con la necessità di sputare all'esterno il proprio ego ma senza prendersi troppo sul serio. Con un'impronta svagata ma al contempo nostalgica.

Piace quella brezza da anni '80 che musicalmente soffia. Altro che retro, è ancora attualissima e aggancia tutte le generazioni, basti guardare coloro che canticchiano e ballano senza sosta sulle note dei pezzi più commerciali. Ma dentro quella “felicità puttana” c'è di tutto: le ragazze pescate a sorte che si prendono gli applausi ballando “Da sola”, le birre offerte in prima fila, la fede laziale e la dedica finale al bambino di dieci anni che canta ogni canzone. E un ringraziamento a quella canzone che può cambiare la vita. Completamente!

Caricamento commenti

Commenta la notizia