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Baglioni conquista Messina tra "Dodici note" universali e un recital solitario. Tre piani ed emozioni

“Dodici note solo”. E' il grande ritorno di Claudio Baglioni con una tournée nei teatri che ieri sera ha toccato il Vittorio Emanuele di Messina (sold out in 40' al tempo in cui furono messi i biglietti in vendita) e che oggi sarà a Palermo per poi passare da Catania, Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza nei prossimi giorni. Un punto di inizio, un  segnale di ripartenza. «Rianimare le nostre vite con la musica, dopo il lungo, difficile e doloroso silenzio imposto dalla pandemia – ha detto Baglioni al pubblico in apertura – significa ritrovare noi stessi, il senso del nostro cammino e dello stare insieme. Quando comincio un concerto, dopo il periodo vissuto, mi sembra di venire da una sorta di astinenza. Mi ritrovo in uno di quei film americani dove persone affette da dipendenze si riuniscono a cerchio e si dichiarano. Io sono con loro e dico "mi chiamo Claudio, non canto e non suono dal vivo da tre anni". Le dodici note, l’alfabeto del più universale, profondo e poetico dei linguaggi, costituiscono la chiave per comprendere noi stessi, gli altri e rendere il futuro una casa bella, luminosa, aperta e finalmente degna di essere abitata". Tre ore di concerto con una scaletta di circa una trentina di pezzi conclusi da "La vita è adesso". Un tour con 60 concerti da Nord a Sud (interrotto solo nelle scorse settimane a causa della positività al Covid del cantante romano), fino ad arrivare al 23 aprile.

"La ripresa di un concerto che faccio ogni dozzina di anni - ha proseguito Baglioni - una esibizione da solo, quella che si chiama assolo, one man band, recital solitario. Da una parte c’è da vincere una lunga inattività, dall’altra riappropriarmi della manualità, della concentrazione che occorrono per un concerto di questo tipo". Sul palco tre piani. "Cerco di portare da solo una orchestrazione fatta quasi di stati d’animo, riverberazioni, echi, aggiunte lontane e presenti. Questo format di ‘Dodici note solo’ precederà ‘Dodici note tutti’, con una grande orchestra, un coro lirico, la mia band e altri solisti. Sono due estremi: tutti e solo". I tre pianoforti oltre a rappresentare tre sonorità differenti per Baglioni sono i momenti di un’esistenza: il presente, il passato e l’ipotetico futuro. Ci sono dei pezzi che rimangono in un calendario ormai distante e altri che hanno avuto il passaporto del tempo e sono di nuovo attuali. Altri ancora, diversi in questa performance,  sono molto meno usuali nel suo repertorio dal vivo". Un mix che ha conquistato il teatro Vittorio Emanuele, con la standing ovation finale e Baglioni cuore al petto per ringraziare Messina.

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