Si è conclusa, domenica scorsa al Palacultura, la 102° stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, con uno strepitoso concerto dell’Orchestra di fiati del Conservatorio Corelli, diretta da Lorenzo Della Fonte e dagli allievi del corso di Direzione per orchestra di Fiati. In apertura i saluti e i ringraziamenti del direttore artistico della Filarmonica Laudamo, Antonino Cicero, che ha espresso la propria soddisfazione per la crescente presenza di giovani ai concerti, obiettivo raggiunto grazie ad un lavoro costante e capillare, realizzato attraverso la collaborazione con gli istituti scolastici cittadini. Cicero ha poi chiamato sul palco il sindaco Federico Basile, il direttore del Conservatorio Carmelo Crisafulli, il presidente del Conservatorio Egidio Bernava, la vice presidente della Filarmonica Laudamo, Alba Crea. Sul palco si è quindi disposta l’Orchestra, composta da più di cento elementi tra allievi e docenti, mentre sul podio si sono avvicendati: Maria Catena Giunta, Fausto Campisi, Giuseppe De Luca, Giuseppe Sirna, Chiara Bonaventura, Emanuele Giovanni Mirulla, Lucio Pappalardo, Emanuele Celona e Eduardo Polimeni. Un programma di sala nutrito di bellissima musica che l’alternarsi delle “bacchette” ha reso maggiormente interessante; l’Orchestra è stata uno strumento suonato da più mani, ognuna con la sua distinta personalità, costatando con piacere la presenza di due donne direttrici che, se nelle orchestre sinfoniche questo non costituisce più una novità, di certo lo è per le orchestre di fiati. Il primo e l’ultimo brano in programma sono stati diretti dal maestro Della Fonte, docente al Conservatorio e a cui si deve l’istituzione a Messina della classe di Composizione e Direzione orchestra fiati, e questo concerto ha spento le prime dieci candeline della formazione di un corso di studi che attira sempre più allievi. Il maestro ha diretto due brani tratti dall’opera lirica Bandanna del compositore contemporaneo Daron Aric Hagen: un’opera che ha la particolarità di utilizzare come corpus strumentale un’orchestra di fiati. I due brani, tanto belli da farci auspicare la rappresentazione di quest’opera nella nostra città, sono stati l’Ouverture e le Weddings Dances. Dal Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev abbiamo ascoltato una selezione di quattro brani, su trascrizione di Johan de Metu, che hanno rappresentato altrettanti quadri dell’omonimo e celebre balletto; i direttori che con grande precisione ci hanno condotti in questa magica atmosfera sono stati Maria Catena Giunta e Fausto Campisi. Del contemporaneo Martin Ellerby da Paris Sketches, è stato eseguito Saint Germain des Près e Pigalle, Père Lachaise e Les Halles i direttori Giuseppe De Luca e Giuseppe Sirna hanno ben saputo caratterizzare le differenze di ambientazione dei quattro quartieri parigini raccontati in musica dal compositore inglese. Chiara Bonaventura ha diretto con grande energia tre movimenti (Prologue, Soliloquio e March) del Divertimento for Band del compositore americano Vincent Persichetti. Dalla raccolta Symphonic Songs for Band di Robert Russel Bennet sono stati eseguiti i brani Spiritual e Serenade, diretti con sensibile empatia rispettivamente da Emanuele Giovanni Mirulla e Lucio Pappalardo. Particolarmente suggestiva l’esecuzione di Gloriosa, poema sinfonico del compositore giapponese Yasuhide Ito, nel quale una sezione maschile di orchestrali ha intonato un canto in stile gregoriano. Questa difficile composizione è stata sostenuta dalla solida direzione di Emanuele Celona (Oratio-Cantus) e Eduardo Polimeni (Dies Festus). Ottima la prova dell’Orchestra di Fiati in tutte le sue sezioni, duttile nel seguire i diversi stili di direzione, concentrata nell’esecuzione di pagine musicali estremamente impegnative, confermandosi ancora una volta compagine di alto livello, uno dei fiori all’occhiello del Conservatorio Corelli e della nostra città. Tantissimi calorosi applausi dal pubblico che ha gremito l’Auditorium del Palacultura e ha gradito il bis concesso dall’Orchestra e dal maestro Della Fonte, il quale ha ripetuto Weddings Dances di Hagen.