Oggi l’Ecomuseo Chersoneso d’Oro è una realtà. Ma occorre passare alla fase operativa. Per questo c’è stato un confronto tra i rappresentanti del gruppo “Fare Milazzo” e coloro che ora puntano a “fare rete” per creare le condizioni finalizzate ad un ritorno economico che possa coinvolgere più soggetti possibili. Tutti coloro appunto che faranno parte di questa istituzione riconosciuta ufficialmente dalla Regione e dunque pienamente dal mercato turistico nazionale ed internazionale.
Si cercherà di sfruttare le risorse del Gal, ma anche le altre misure previste dall’Europea per favorire il turismo sostenibile. “Ovunque ha funzionato e sta funzionando – afferma Mario Sfameni, coordinatore del progetto – e quindi adesso occorre mettere a sistema tutti coloro che dall’inizio hanno sostenuto l’idea. Penso a Riccardo Giambò, presidente dell’associazione Menadì, a SiciliAntica rappresentata dal Presidente Alessandro Ficarra, Blunauta di Mauro Alioto, Laboratorio Idea del Maestro Antonuccio, AMP, Comune di Milazzo, Dugongo Team di Carmelo Isgrò, Imago Vitae della famiglia Pracanica, Italia Nostra rappresentata dal Presidente Maneri, Angelica Furnari con l’amore per la Piana, Antonio Lamberto con il mare nel cuore, tanti passaggi, tanti incontri”.
Dopo la presentazione del progetto, a metà ottobre, la fase due col coinvolgimento innanzitutto degli “attori” del territorio e l’organizzazione dell’apparato amministrativo per partecipare ai bandi e gestire le risorse. Nel frattempo – conclude Sfameni – prevediamo tanti nuovi ingressi che prevediamo nei prossimi mese al fine di raccontare sempre meglio il nostro territorio. Un territorio vasto che da Vaccarella arriva sino alla Piana, includendo Capo Milazzo e la Cittadella fortificata. In una sola parola, il turista che arriverà qui troverà già una città museo e dovrà solo scegliere i percorsi per scoprire la variegata offerta legata a cultura e tradizioni.
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